La mia vita dopo Fukushima: un articolo-racconto di Banana Yoshimoto
Un anno dopo il disastro di Fukushima, la scrittrice giapponese Banana Yoshimoto ha scritto un articolo-racconto pubblicato sul giornale tedesco “Die Zeit” e tradotto in italiano su Internazionale.
La scrittrice ne La mia vita dopo Fukushima descrive come sia stato confuso e surreale l’11 Marzo del 2011, a Tokyo, con la terra che tremava, i parenti lontani, le linee telefoniche interrotte. Gli stati d’animo, il panico per le strade, la paura di non rivedere i propri cari. Yoshimoto, infatti, scrive: “Non sappiamo mai quando all’improvviso è troppo tardi e non potremo più vedere qualcuno”. La tv faceva vedere immagini sempre più spaventose e si cercavano notizie attendibili dei paesi limitrofi e dei danni dello tsunami sui blog. Con l’avaria di diverse centrali nucleari, molte zone di Tokyo sono rimaste senza corrente elettrica. Tutti sono stati attenti a non aprire molto le finestre per paura della radioattività nell’aria.
Tante storie e tanti aneddoti che descrivono volti, paure, comportamenti a volte bizzarri, convogliati già in un altro articolo-racconto che la Yoshimoto ha letto a luglio dello scorso anno in occasione della cerimonia di premiazione del premio internazionale Capri di cui la scrittrice è risultata vincitrice. Nella cerimonia che ha avuto come motivo di fondo il Giappone, con la sua lettura ha dato voce al dramma del suo paese, al coraggio, alla dignità del dolore dei suoi abitanti che si sono subito rimessi in attività per ricostruire quel pezzo di mondo perduto. Nella motivazione del Premio, tra l’altro, è stato sottolineato il contenuto poetico della scrittura di Banana Yoshimoto caratterizzata da una gentilezza e una spiritualità che sono simboli delle qualità del popolo giapponese.
L’articolo racconto, attraverso l’espediente narrativo è stato l’occasione per parlare di tematiche importanti come la non-sicurezza delle centrali nucleari, il rischio della contaminazione radioattiva, la necessità di adottare una politica nuova, sostituendo all’energia nucleare le fonti rinnovabili, ma anche alla salvaguardia dell’ambiente, oltre alla fiducia della Yoshimoto nella capacità della natura di rigenerarsi.
Dopo quell’11 Marzo, la scrittrice ha conosciuto molte persone che hanno perso la fiducia nel futuro e vivono rassegnate. Con la sua vena d’ottimismo invece, Banana Yoshimoto spera che si possa ritornare alla vita di un tempo e confessa ai suoi lettori che il tesoro più prezioso sono le piccole gioie quotidiane: “Le parole non bastano per esprimere tutta la gioia che mi danno, nella vita, queste cose normali. Potrà anche essere una constatazione banale, ma la quotidianità è qualcosa di meraviglioso e insostituibile, un’infinita accozzaglia variopinta, confusa e insensata. Il vero senso della nostra vita non è forse imparare ad apprezzare e a far tesoro di questa ricchezza?”