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La terza clessidra | Giuliano Pellizzari

La terza clessidra | Giuliano Pellizzari«Ho cinquantasette minuti. Solo. Ancora. Voglio ciabatte a far da barchette al mare, niente soldi per giocattoli. Vagone merci senza locomotore, tranne le dita, minute e felici. Minestra calda, pioggia d’autunno in bicicletta, neve nella piccola televisione in bianco e nero; sposti l’antenna, resta la nebbia. Riso in bianco, formaggio stagionato, dolore e penicillina, fuga e odio. Oblio. Vociare di bimbi dal campo di calcio, nuvole silenti, l’erba verde sulle gambe nude, fango tra le dita dei canali, acciottolato lucciolante come sorrisi del Nowruz. Voglio i miei rammendi d’infinito. Ho ancora cinquantadue minuti. Solo.»

Nel misterioso romanzo thriller “La terza clessidra” di Giuliano Pellizzari si narra una storia adrenalinica in cui ritroviamo i personaggi del sociolinguista e consulente della CIA Leandro Arcani e del commissario di polizia di Palmanova Ugo Corba, già protagonisti dell’opera “La scatola del tè”.

L’autore presenta una lotta contro il tempo, scandita da un countdown angosciante che si inframezza alle storie di un gruppo di personaggi che si vanno ulteriormente ad intrecciare alla vicenda di un enigmatico omicida rituale, le cui due vittime vengono ritrovate nei pressi dei resti archeologici dell’antica città di Aquileia. Il commissario Corba arriva sul posto e scopre che entrambi i cadaveri sono stati composti in modi simili, seguendo un macabro rituale che li ha trasformati in statue con la testa rivolta verso il cielo; inoltre, vicino ai corpi vengono rinvenute due clessidre: una di legno, rotta e di poco valore e l’altra antica e pregevole, con della sabbia che sta scorrendo molto lentamente al suo interno.

La prima vittima viene ritrovata in un sarcofago posticcio scoperto durante gli scavi condotti ad Aquileia dall’archeologo austriaco Viktor Krauss e dal geologo Salvatore Righi, mentre la seconda viene ritrovata lungo il canale al lato della via Sacra; entrambe sono morte per asfissia ma non vi è nessuna traccia di ecchimosi o segni di lotta.

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Nella prima clessidra è vergata una scritta in latino – “tempus statera mundi”, mentre nella seconda è presente un’iscrizione in turco ottomano – “Işıguŋ ötesinde gögüŋ sınırı”; queste clessidre fanno intuire che il tempo e la sua percezione siano la chiave per decifrare il movente del killer. Ed effettivamente il concetto di tempo è il nucleo pulsante attorno a cui ruota l’opera: Leandro Arcani si trova ad Istanbul per indagare su un possibile legame tra una frangia estremista del moderno Transumanesimo e l’antico culto sacro del Tarâmismo, in cui la divinità risiedeva nel tempo cronologico, e le sue scoperte andranno a convogliare nell’indagine di Corba in un crescendo di tensione e sconvolgenti rivelazioni.

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Autore: Redazione Leggere Libri

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