La teoria del rinoceronte | Alessandro Spocci
Stefano Forti, dissoluto scrittore quarantenne, è il protagonista del romanzo noir “La teoria del rinoceronte” di Alessandro Spocci.
È un’opera che penetra a fondo nell’anima oscura di questo personaggio ambiguo, freddo e distaccato da ciò che ha intorno, e pieno di segreti che saranno rivelati nel corso della narrazione. Stefano, dopo una serata trascorsa tra alcool e altri vizi, al rientro a casa trova sua moglie morta ammazzata con un colpo di pistola alla testa; chiama le autorità, che immediatamente pensano a una sua implicazione nell’omicidio.
Stefano però si dichiara innocente; il detective incaricato di seguire le indagini ha molti dubbi, soprattutto perché l’uomo non sembra minimamente scioccato da ciò che è accaduto: Stefano è impassibile, e non fa che mentire al detective che, invece, sa più cose sul suo conto di quanto il protagonista possa pensare.
Ed è così che Stefano finisce sotto processo, rischiando trent’anni di carcere; solo l’intervento del suo avvocato lo salva dall’accusa di omicidio volontario, quando gli propone di dichiararsi colpevole e di prendersi così dieci anni per omicidio preterintenzionale.
Questi sono i fatti quando si apre l’opera: il nostro protagonista è nei guai, continua a professarsi innocente ma non ci sono altri sospettati e neanche l’arma del delitto; il consiglio del suo avvocato rimane quindi l’unica strada percorribile. Per tutta questa fase del racconto, ci si domanda incessantemente se Stefano sia davvero colpevole: l’enigmaticità di questo personaggio è innegabile e, unita al suo altrettanto palese fascino, fa di lui una figura carismatica, e che attrae il lettore come una calamita.
Stefano diventa un chiodo fisso: è un mostro o è una vittima? Sa quello che fa o è una persona malata e forse incapace di intendere? La vita di Stefano, fatta di fiumi di parole e altrettanti di alcool, dominata dalle trasgressioni e dai tradimenti, si interrompe in un’aula di tribunale: si dichiara colpevole, e il resto è la storia da raccontare di un’esistenza che deve ricostruirsi, una volta tornato in libertà.
«Sotto di me sento il mondo che si sgretola, mi rendo conto dell’idea che la gente ha di Stefano Forti ora, alla soglia dei cinquant’anni. Stefano Forti, il fallito che ha ucciso la moglie, che si è rovinato tra donne e alcol». “La teoria del rinoceronte” ci trasporta nel cammino di Stefano in una selva oscura, privo di legami, di appigli e di speranza; cosa ne sarà di lui? E il lettore infine scoprirà la verità su ciò che è accaduto a sua moglie?
Redazione