Una stagione in gabbia scenica | Antonio De Mitri
Nel panorama della poesia contemporanea le composizioni di Antonio De Mitri si impongono per lo stile caratterizzato da una scrittura diretta, tagliente e potente.
La sua ultima raccolta, “Una stagione in gabbia scenica”, è un’ulteriore prova della straordinaria profondità emotiva e intellettuale dell’autore che ha il dono di racchiudere un complesso mondo di suggestioni e percezioni in una manciata di fugaci parole. È straordinario come il poeta riesca a far emergere dall’apparente semplicità dei suoi versi una tale ricchezza di significato.
Antonio De Mitri, consapevole del caos della vita, ci invita a confrontarci con l’approccio disorientante e al contempo illuminante della sua scrittura.
“Se dentro di essa ci sia il respiro di Ronald D.Laing, o di E. Morin, o di Vattimo, o di Foucault, o di Richard Rorty, o di Habermas, o di Sartre, o di R. Barthes, o di G.H.Hartman, o di Adorno, ecc. ecc. sarà una questione da affrontare. Intrigante per adesso è la necessità di capire in maniera efficace e diretta un messaggio che coinvolge i lettori in un acuto processo di comprensione critica della realtà, visto che il tema dominante di questa poesia mi sembra essere la poesia stessa come forma di conoscenza” scrive la critica letteraria Maria Occhinegro nella prefazione.
In “Una stagione in gabbia scenica”, Antonio De Mitri sfrutta in modo creativo la punteggiatura, rinunciando all’uso delle maiuscole e giocando con diverse lingue e misure metriche. Questa frammentazione non è solo uno stile ma diventa un gesto poetico che scardina le convenzioni, trasformando ogni pagina in un’esplosione di sensazioni da cogliere. “Una stagione in gabbia scenica” non è solo una raccolta poetica, ma un viaggio attraverso l’esistenza, un invito a esplorare l’effimero e a trovare significati anche nei momenti più fugaci.
La biografia di Antonio De Mitri, un ingegnere biomedico con una forte inclinazione per la musica classica e la lirica, aggiunge ulteriori particolarità al suo percorso poetico. È membro di prestigiose associazioni di musica classica, come il Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca, e ha scritto testi per musica contemporanea e raccolte poetiche, come “Uno” (Manni, 2005), “Avvincente storia dell’oblìo” (peQuod, 2017) e “Ignorabilia” (Manni, 2019). Il suo background variegato, dai progetti dell’Open Innovation della Commissione Europea alla collaborazione con un’importante rivista filosofica della Pontificia Università della Facoltà di Filosofia Lateranense di Roma, e il suo impegno nel mondo della cultura e dell’arte lo rendono infatti una voce autentica e poliedrica.
Redazione