Donne senza paura | Danilo Sacco
«Fino a pochi decenni fa, c’era un posto nel mondo dove stuprare una donna non era reato se l’uomo che lo commetteva si rendeva disponibile a sposare la vittima. Lo prevedeva la legge di una nazione progredita. L’Italia. Aveva, la legge, persino un gergo popolare codificato: matrimonio riparatore. A chiederlo, il matrimonio, erano i genitori della donna. Per una bizzarria del codice morale tradizionale, era lei a essere stata disonorata, non il delinquente che l’aveva violentata e sposarlo rappresentava l’unico modo per ripristinare la reputazione, sua e della sua famiglia».
L’opera “Donne senza paura. Vite coraggiose per i diritti e la parità di genere” di Danilo Sacco si apre sulla drammatica storia di Franca Viola, vittima di un sistema malato ma che ha deciso di non subire passivamente. La poco più che sedicenne Franca ha infatti rifiutato il matrimonio riparatore – una prassi nella Sicilia patriarcale, utilizzata per lavare l’onta della violenza sessuale – e ha deciso di denunciare il suo assalitore, che proprio facendosi scudo di questa legge non rischiava nessuna condanna.
Una scelta coraggiosa per non dire rivoluzionaria: la Sicilia del secondo dopoguerra non accettò il tradimento dei propri anacronistici principi, tanto che Franca e la sua famiglia divennero oggetto di maldicenze e pregiudizi; la ragazza ha però continuato a lottare a testa alta finché non ha ottenuto che il suo stupratore fosse condannato, e si è riscattata in un contesto che considerava la donna solo una proprietà maschile.
Franca Viola è diventata il simbolo dell’emancipazione femminile nell’Italia del dopoguerra e ha contribuito alla cancellazione della legge sul matrimonio riparatore nel 1981; purtroppo, si è dovuto aspettare il 1994 per far sì che lo stupro fosse considerato non un reato contro la morale ma contro la persona. Accanto a Franca, l’autore pone altre otto figure femminili che hanno fatto la differenza, e che si sono battute strenuamente, a volte perdendo la vita o rischiando pericolosamente di perderla, per affermare i diritti delle donne.
Il lettore si immerge quindi nelle storie di vita e nelle opere straordinarie della pakistana Malala Yousafzai, delle sorelle Minerva, Patria e María Teresa Mirabal, provenienti dalla Repubblica Dominicana, dell’afroamericana Rosa Parks, dell’indiana Sunitha Krishnan, dell’americana Kathrine Switzer, della malawiana Theresa Kachindamoto, della polacca Marie Curie e dell’emigrata neozelandese Kate Sheppard. Nove donne impavide e resilienti, diventate il simbolo luminoso di un’emancipazione purtroppo ancora in fase di realizzazione; l’autore presenta un libro attuale e necessario, per non dimenticare chi si è sacrificato e chi ancora si sacrifica per la giustizia e la parità di genere.
Redazione