Desideria. Atto primo | Carlo Capotondo
«Ci sono volte in cui sento il respiro dell’angoscia nascere dal profondo e il peso della solitudine che mi spezza le gambe. So di non essere l’unica persona sofferente al mondo, però io accetto questa differenza e mi sono emarginata per la mia appartenenza a una minoranza. Sarei un mostro per questa ragione? Al contrario di tanti altri, io ho almeno preso coscienza della mia malattia e della prigione che mi sono costruita allontanandomi dalla società. Ho smesso di fingere e accettato la convivenza con me stessa e la consapevolezza di morirne.»
“Desideria. Atto primo” di Carlo Capotondo è una raccolta di sei racconti intensa e suggestiva, abitata da personaggi complessi, la cui psiche è analizzata dall’autore con attenzione e sensibilità.
Nel primo racconto, dal titolo “Desideria”, ci immergiamo in una storia noir dai contorni drammatici e violenti, in cui conosciamo una ragazza sola, confusa e disperata, Desideria appunto, e un giovane uomo, Paolo, che condivide con lei lo smarrimento che prova nei confronti della vita, che a volte si accanisce crudelmente contro chi non ha le armi giuste per difendersi. E Desideria e Paolo sono completamente disarmati: due personaggi ai margini della società, che non riescono a integrarsi e forse non ne hanno neanche la volontà; la loro storia è tanto triste e potente da propagare la sua eco anche negli altri cinque racconti, i quali narreranno di altre anime disperate in cerca della loro identità, di una felicità perduta o di un posto da chiamare casa.
Sono a volte personaggi che mentono a loro stessi pur di non guardare in faccia la realtà, che tentano disperatamente di trovare un modo per alleviare il dolore acuto che provano; sono figure tragiche che provocano emozioni forti nel lettore e in cui non è difficile immedesimarsi, pur se spesso le loro vicende raggiungono dei picchi surreali.
Nel quarto racconto, ad esempio, un uomo stanco di subire le angherie di un governo iniquo decide di ribellarsi drasticamente e, anche se si spinge troppo oltre, c’è una parte di noi che non lo condanna, e che lo comprende; nel quinto racconto, invece, assistiamo a una conversazione tra due esseri molto diversi, e ad una presa di consapevolezza tanto profonda e struggente che non può non emozionare.
Carlo Capotondo presenta sei storie coinvolgenti che ci rapiscono e che non ci lasciano andare fino all’epilogo di quest’opera, della quale si auspicano dei possibili seguiti: nuovi, originali modi per interrogarsi sul senso del nostro vivere.
Redazione