Esercizi spirituali per bevitori di vino | Angelo Peretti
«Stappa i vini che veramente ti piacciano, non quelli che vogliono importi i benpensanti. Soprattutto, guardati dai vini ruffiani e perfettini. Ne bevvi uno che sfoggiava un colore brillante, profumi fruttati, sentori pepati di spezie orientali, la freschezza rifinita, il tannino carezzevole, però era null’altro che un esercizio di tecnica enologica. Mi ricordava la descrizione che Kitty, l’infedele protagonista del libro Il velo dipinto di W. Somerset Maugham, dà della moglie del proprio amante: “Il suo volto era una maschera. Sorrideva, e in quel modo gradevole e garbato diceva le cose che ci si aspettava da lei; ma con tutta la sua cordialità ti teneva a distanza”»: è una delle riflessioni contenute nell’opera “Esercizi spirituali per bevitori di vino” di Angelo Peretti.
In particolare, questa citazione si trova nel capitolo “Tartufi”, in cui l’autore è molto fermo nel ribadire un concetto che ritorna spesso nell’opera, e che si può riassumere con la frase «Si può essere inutili nella sostanza anche quando ci si impegna a essere impeccabili nella forma».
Peretti si riferisce in particolare al vino e all’approccio spesso sbagliato che abbiamo nei suoi confronti, convinti che se esso non sia stato elogiato da qualche sommelier di classe non meriti la nostra attenzione.
L’autore ci dice invece che il nostro gusto personale dovrebbe essere la discriminante, e non una serie di regole o la parola di qualcuno che di noi e del nostro vissuto non sa proprio niente; nell’opera si guida quindi il lettore attraverso un viaggio di riscoperta del proprio piacere, che dovrebbe essere la bussola con la quale ci orientiamo nella scelta dei vini. Angelo Peretti propone un testo composto da novanta brevi capitoli suddivisi seguendo una titolazione dalla A alla Z, per rendere l’opera più fruibile e facilmente consultabile; è un approccio sicuramente originale all’enologia, che non si limita però solo a riflessioni di natura psicologica ma anche ad offrire consigli pratici per scegliere il vino giusto, assecondando il proprio piacere.
Ad esempio, nel capitolo precedentemente menzionato, “Tartufi”, si suggeriscono due vini, uno italiano e uno estero, come accade in ogni sezione dell’opera: in questo caso un’Ansonica della Costa dell’Argentario e un Condrieu francese; la particolarità del testo è che ogni vino consigliato ha attinenze, che l’autore spiega, a volte ironicamente, con il contenuto del capitolo appena letto. “Esercizi spirituali per bevitori di vino” è una lettura piacevole e interessante, che ci racconta i retroscena del rapporto tra il vino e la nostra interiorità; un legame che può essere forte e duraturo, ed estremamente appagante.
Redazione