L’organista di Mainz | Andrea Chimenti
“L’organista di Mainz e altri racconti” è la nuova opera di Andrea Chimenti, scrittore e cantautore con all’attivo numerosi album musicali e colonne sonore dagli anni Ottanta a oggi, e diverse collaborazioni con musicisti internazionali, come il compositore d’avanguardia David Sylvian e il compianto Mick Ronson, chitarrista e produttore di David Bowie e Lou Reed. In ambito letterario esordisce nel 2014 per Zona edizioni con il romanzo “Yuri”, mentre del 2021 è la prima edizione della raccolta “L’organista di Mainz e altri racconti”, poi ripubblicata di recente con l’aggiunta di tre storie inedite da Lorusso Editore.
In quest’opera l’autore propone la sua vena malinconica e disillusa in racconti ricchi di sfumature affascinanti; sono vicende ambientate in diverse epoche storiche, abbracciando anche un possibile, tragico futuro, alcune delle quali hanno come sfondo la guerra: sia il primo che il secondo conflitto mondiale ma anche le aspre battaglie tra francesi e austro-prussiani alla fine del Settecento. La guerra con i suoi orrori, narrata negli stravolgimenti sulla collettività ma anche sui singoli: come accade a Freiheit, l’organista di Mainz, il cui padre, un convinto giacobino, viene ucciso in battaglia difendendo i suoi ideali di libertà e uguaglianza; o come succede a Lena, la protagonista del racconto “Catàbasi”, che perde l’amore della sua vita durante la prima guerra mondiale. In questo caso l’autore riflette sia sul trauma individuale di Lena ma anche sulle ricadute del conflitto sulla collettività: «Come poteva essere accaduto? Eppure la stessa sorte l’avevano vissuta milioni di persone, la loro era solo una della tante, una goccia in un mare di sofferenza. Le tornò in mente la goccia d’acqua che racchiude in sé tutti gli elementi dell’intero mare. Pensò che allo stesso modo il suo dolore racchiudeva in sé tutto il dolore della Terra. Sì, era così, pensava, ogni grande dolore porta il peso di tutti gli altri, racchiudendo tutti gli elementi di un mare nero infinitamente profondo».
Andrea Chimenti ci stupisce con storie taglienti e spesso crudeli in cui è difficile scorgere un raggio di luce; eppure, se si va oltre la superficie, si comprende come l’autore voglia dimostrarci che, anche se tutto sembra perduto irrimediabilmente, c’è ancora spazio per atti di umanità e per la poesia dell’esistenza. La postfatrice all’opera Monica Mazzitelli ci vede giusto quando parla del “pessimismo del sognatore”: Andrea Chimenti, pur se realista e disincantato, riesce ancora a sognare, e a regalare anche a noi una timida speranza.
Redazione