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Il bambino delle capre | Thomas Zettera

Il bambino delle capre | Thomas ZetteraIl bambino delle capre di Thomas Zettera è un’opera di narrativa di guerra tratta da una storia vera, quella del nonno dell’autore: il giovane Osvaldo, durante la Seconda guerra mondiale, è stato deportato dal piccolo paese in cui viveva nell’Appennino marchigiano ed è stato confinato in un campo di sterminio tedesco, perché aveva aiutato un gruppo di partigiani; egli è sopravvissuto a malapena ed è riuscito, al contrario di tanti altri, a tornare a casa dopo quasi due anni.

Dalla dedica in apertura del romanzo: «Questa opera è dedicata a tutte le vittime cadute per la fame, le fatiche e le terribili atrocità subite nei campi di concentramento e di sterminio nazista, e a tutte quelle persone sopravvissute, che sono state testimoni oculari e immagine indelebile dei crimini commessi».

Il protagonista viene deportato nel campo di concentramento insieme a quarantuno suoi compaesani; la storia della sua prigionia è raccontata da lui stesso al nipote di sette anni, Thomas appunto, scandendo tutte le fasi di un’esperienza atroce e traumatizzante, di cui ha portato le cicatrici per il resto della sua vita.

Nonostante il racconto delle brutalità, delle umiliazioni e della cancellazione di ogni dignità umana, emerge nell’opera una serenità che non ci si aspetta: Osvaldo, infatti, narra la sua esperienza focalizzandosi anche sugli atti di altruismo e le dimostrazioni di empatia di cui è stato beneficiario. Il protagonista era giovane e in salute, e ha potuto contare su queste qualità per resistere durante il tremendo trasporto nei purtroppo celeberrimi convogli ferroviari, e poi nel campo di prigionia; egli racconta al nipote ogni trauma subìto, ogni violenza vista o vissuta, cercando di fargli comprendere quanto coraggio e determinazione servano nei momenti difficili, e come l’amicizia possa aiutare a superare anche gli ostacoli più duri. È infatti soprattutto grazie al suo migliore amico Alvaro che Osvaldo riesce a sopravvivere: egli mitiga il suo temperamento fumantino e gli impedisce di compiere azioni azzardate, salvandogli più volte la vita.

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Nel suo libro Thomas Zettera ci restituisce la toccante testimonianza del nonno, mostrandoci la forza di un uomo che ha lottato con le unghie e con i denti per non arrendersi e per tornare dalla sua famiglia; ci offre così anche il racconto di una drammatica parentesi storica, che merita di essere ricordata per impedire che si possano compiere ancora questi atti contro natura, e per omaggiare chi, purtroppo, è caduto sotto i colpi dell’intolleranza e della brutalità umana.

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Autore: Redazione Leggere Libri

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