Panini al prosciutto. Storia di un’assassina | Christian Cantelli Podestà
Panini al prosciutto. Storia di un’assassina (Porto Seguro) di Christian Cantelli Podestà è un romanzo noir in cui si racconta una vicenda che colpisce allo stomaco per la sua drammaticità, e anche per l’intensità della sua protagonista femminile. Caterina è una donna allo stremo dopo anni trascorsi ad occuparsi del marito, che soffre di una grave forma di demenza precoce; era arrivata da ragazza a Los Angeles e aveva subito conosciuto quest’uomo pieno di fascino, proprietario di un chiosco di panini sul molo di Santa Monica. Si erano presto sposati e avevano messo al mondo una figlia; poco tempo dopo, però, il marito si era ammalato, lasciando sulle sue spalle tutte le responsabilità della famiglia. Caterina è ora una cinquantenne depressa e rabbiosa; anche il lettore può avvertire la sua rapida discesa nel baratro dell’oscurità: basta osservarla mentre serve malamente i suoi clienti per comprendere che la collera e la frustrazione si stiano trasformando lentamente ma inesorabilmente in puro odio.
Christian Cantelli Podestà dipinge il vivido ritratto di un essere umano piegato dal dolore; due sono le strade che si possono intraprendere: sopportare e accettare, tentando di aggrapparsi a quel poco di felicità che ancora si ha, oppure arrendersi e cedere al lato oscuro, e alla vendetta cieca verso quel destino che dispensa il suo fiele a piene mani.
Tale vendetta, però, verrà direzionata verso dei poveri innocenti, colpevoli solo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato: Caterina deciderà infatti di porre fine alle sofferenze del marito dopo aver perso l’ultimo barlume di amore che aveva nella vita; sceglierà il veleno della Digitale Purpurea, ma dovrà testarne le dosi su altre persone prima di essere sicura che l’uomo non soffra. L’autore ci racconta quindi della disperata nascita di una serial killer, la cui follia degenererà presto in delirio mistico; non si può non venire colpiti dall’accuratezza con cui si delinea questa tragica figura, vittima degli eventi ma anche impietosa carnefice. Già dal primo omicidio, infatti, non mostrerà alcun rimorso: «Una parte di lei vedeva la scena come muta spettatrice, senza obbiettare e senza nemmeno considerare la connessione fra la sua persona e quell’avvenimento, come se non la riguardasse in alcun modo, ma nulla, nulla dentro di lei faceva trasparire nemmeno un’ombra di pentimento, o di pena verso quell’essere umano, riverso senza vita a pochi metri da lei».
Christian Cantelli Podestà ci turba e ci affascina con quest’amara storia, in cui l’omicidio diviene un male necessario nella mente di una donna disperata.
Redazione