Riscoprendo mia madre | Caterina Edwards
In Riscoprendo mia madre, l’autrice italo-canadese Caterina Edwards ripercorre l’esistenza di Rosa e di un’intera comunità spazzata via dall’impetuoso vento della storia ancor prima che dalla violenza degli uomini.
Riscoprendo mia madre. Una figlia alla ricerca del passato. C’è già tanto nel titolo e sottotitolo del filo conduttore che accompagna il lettore nel nuovo libro di Caterina Edwards (pubblicato Les Flâneurs Edizioni). Una figlia alla ricerca di quel che era sua madre, un atto d’amore e devozione durato per lunghi decenni per accendere la luce su una storia che è parte di una storia più grande e allo stesso modo tragica: l’esodo forzato di istriani, fiumani e dalmati dalla loro terra natia verso la Penisola. Una vicenda caduta nell’oblio – anche nel suo strascico più tragico con i massacri delle foibe –, cancellata dai libri di storia per troppo tempo e che è stata riscoperta soltanto nel 2004 con l’istituzione del Giorno del Ricordo delle foibe – 10 febbraio – “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Lussino – oggi Lošinj – è un’isola dell’arcipelago delle Quarnerine distante meno di duecento chilometri da Trieste e che fu un centro a maggioranza italiana per secoli, fino al termine della Seconda guerra mondiale e all’esodo degli italiani da quelle regioni adriatiche. Da qui, idealmente, comincia la storia di Rosa e Caterina, sviluppatasi nel libro in Inghilterra e poi Canada, la “terra dell’esilio”.
“Ma se l’Inghilterra era il presente, l’Istria, la città natale di mia madre, era il passato, nebuloso, distante e irrilevante. […] l’Istria era una fantasia, un costrutto mentale, una sequenza di immagini incubate dai miei sogni. Esisteva nella mente di mia madre, nelle reminiscenze che scambiava con gli amici, come l’amata, perduta patria, la sorgente della nostalgia.”
Rosa e Caterina, madre e figlia chiamate a scoprirsi. Il volume comincia con la celebrazione del funerale dell’anziana Rosa e con Caterina che comprende che è arrivato il momento di concentrare tutte le sue forze per scoprire la verità sulla vita triste della madre, la sua “storia dimenticata, repressa, negata della sua patria e della sua gente”. Una luce accesa già qualche anno prima, quando la diagnosi dell’Alzheimer materno ha costretto Caterina a riscoprire quella mamma forse mai conosciuta fino ad allora.
Riscoprendo mia madre – la traduzione è di Sabrina Rega – è un’opera a metà tra l’autobiografia e il memoir in cui la protagonista – ovvero l’autrice – combatte contro la rimozione e la “paura” di diventare come sua madre, di dover dimenticare le ingiustizie subite o di non essere all’altezza di raccontare un ricordo tanto doloroso.
L’autrice italo-canadese Caterina Edwards ripercorre l’esistenza di Rosa e di un’intera comunità spazzata via dall’impetuoso vento della storia ancor prima che dalla violenza degli uomini.