Déjà vu | Autori vari
17 autori per un’opera multicolore. Déjà vu è il titolo dell’ultimo, singolare libro pubblicato da Alessandro Polidoro Editore.
Cosa ci fa un don Chisciotte sfrecciare sulle strade del paese in groppa a una Harley Davidson? E una giovane influencer alle prese con il gatto nero di Edgar Allan Poe? E Josef K. che subisce e accetta, quanto mai passivo, un processo a suo carico per essersi allontanato dal Castello, accusa rinforzata da altre stranezze che lo caratterizzano, come la vita schiva che conduce lontana persino dalle reti sociali?
16 storie impossibili trovano spazio in Déjà vu. Altre storie, altro presente, la nuova antologia di racconti edita da Alessandro Polidoro Editore. Racconti che prendono spunto da alcuni grandi classici della letteratura, riletti, reinterpretati e attualizzati da 17 autori: Giulia Schiavoni, Diego Di Dio, Fabio Cozzi, Luca Pegoraro, Luigi Antioco Tuveri, Domenico Mastrapasqua, Luigi Cecchi, Ivan Castellucci, Maurizio Vicedomini, Beatrice Morra, Luca Franzoni, Andrea Cassini, Paolo Zardi, Massimo di Palo, Ilaria Petrarca, Rebecca Cicchetti e Antonio Esposito.
Stili diversi, chiaramente, ma tutti uniti dall’intraprendenza e dalla voglia di attualizzare storie più o meno antiche che in Déjà vu riprendono smalto. E l’attualizzazione avviene attraverso il mezzo del racconto, questo genere così liberale, anarchico anche, dotato, come sostiene nella prefazione al volume Andrea Vitale, della «misura adatta a una divulgazione online».
Un singolare esercizio di retelling nato dall’intuito (e dall’immoralità letteraria, in un certo senso e senza arrecare offesa a nessuno) della rivista culturale online «Grado Zero» che ha spronato la lunga schiera di autori a comporre un’originale evoluzione al passo coi tempi di 16 storie che hanno segnato la storia della letteratura mondiale: dall’Iliade a L’Orlando furioso, da Madame Bovary a Dracula.
Storie ironiche, sagaci, divertenti, drammatiche: la magia che queste penne ardite compiono è un autentico déjà vu cui non è possibile restare indifferenti.
«Cosa si aspettavano…» interruppe il Capitano «l’immortalità?».
«La vita, Capitano… eravamo partiti per questo. Per un po’ di vita in più…».