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Intervista ad Alessandro Di Cavio, autore de “Vita acida”

Vita acida

Nato a Roma nel 1962, artigiano, Alessandro di Cavio svolge la sua professione con forte impegno ed esigente passione. Il grande amore per la lettura costituisce per lui una guida per meglio comprendere la voce della vita. Oggi, divenuto consapevole di una coesione di percezioni che convivono in lui, ha scelto che per una volta fosse la mente ad esprimersi scrivendo Vita Acida, lasciando ferme le proprie mani.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Le pagine di questo libro raccontano una parte della mia vita. Questa vicenda è raccontata in un divenire introspettivo, è un viaggio percorso su dei binari: da una parte c’è l’istinto dall’altra parte la razionalità. Queste due percezioni si confrontano e come in un gioco di specchi riflettono la loro diversità. In questo romanzo non ci sono computer né cellulari ma libri, acidi, pensieri e altro.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Direi che prima della scrittura sono innamorato follemente della lettura e scrivo per bisogno, perché la vita è acida, pungente, non mi lascia respirare. Ci sono giorni che ho la nausea di questa pseudo-realtà in cui viviamo. Non saprei dove andare, non c’è un luogo se non rifugiarmi nella scrittura.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ho impiegato circa un anno e più, scrivendo ovunque mi trovassi e a qualsiasi ora. Abito in provincia, in un paese che si affaccia sul lago di Bracciano, e vivo in una casa con un terrazzo che si affaccia sulla campagna, dove la mattina prendersi un caffè è un piacere non solo per l’olfatto ma anche per la vista.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

In effetti non c’è un autore, piuttosto più autori e non esiste un periodo. Come ho detto prima i libri per me sono stati, e lo sono tutt’ora, come un padre, un fratello/sorella maggiore, un nonno, un professore, un amico/amica. Non è la forma ma il peso delle parole che mi affascina, come un viaggio…

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Provo le stesse emozioni nella musica così come nella lettura: non c’è un autore o un genere, dipende dallo stato emotivo che vivo in quel momento.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Il libro è un oggetto molto potente, mette a nudo il proprio spirito, ne spoglia le apparenze, lasciando brandelli di verità che graffiano la vita.

Autore: redazione

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