Omissioni | Emma Luciani
La trama
Un’avventura non può cambiare la vita: ecco il punto di partenza dei protagonisti di questa storia d’amore. Ma la passione incuriosisce, diventa occasione per domande, dubbi, rivisitazione delle proprie scelte. O della propria rinuncia a scegliere. Ognuno dei luoghi toccati dalla vicenda dei due amanti lascia una sua traccia speciale anche nel lettore. Milano, con la sua vita frenetica e la sua vivacità culturale, fa da sfondo principale a un amore nato ai tempi in cui cellulari e internet non esistevano ancora: quando incontrarsi, rintracciarsi e comunicare clandestinamente non era affatto semplice.
Un minuscolo paese della Valcuvia custodisce una concezione della donna e della famiglia dalla quale la protagonista tenta faticosamente di affrancarsi. Parigi, dove Lorenzo e Michela trascorrono giorni di libertà rispetto ai vincoli sociali e alle aspettative altrui, sembra essere la culla della trasformazione di una avventura passionale in relazione amorosa. Bologna è il luogo della giovinezza di Michela e del suo compagno Mario, in un periodo turbolento per quella città, come per altre città italiane, e di inquietudine per un’intera generazione.
Ci sarà infine un’altra città, dopo eventi drammatici che sveleranno i tranelli e le sviste di cui i protagonisti sono stati ignari complici. La passionalità nata tra i due sembra essere contraddetta e ostacolata dalla differenza di età, di idee sociali, di gusti e situazioni relazionali, e anche dall’uso che sembra farne Lorenzo: un espediente vitalizzante privato del diritto a cambiare la vita. Eppure, quella stessa passione nata per caso può trasformarsi nella strada per incuriosirsi seriamente l’uno dell’altra, per arrivare a conoscersi e forse a cambiare le cose. All’opposto, l’abitudine, la familiarità scontata, l’illusione di conoscersi, gli interessi venali di cui sono impregnate le relazioni ufficiali di Michela con Mario e di Lorenzo con Linda non permettono un accesso veritiero alla mente dell’altro, tanto che la storia riserverà sorprese e drammatici imprevisti.
Omissioni di Emma Luciani è un romanzo drammatico, ma anche romantico, introspettivo e psicologico. Un testo che mira ad affrontare i problemi della relazione di coppia dall’interno.
I temi trattati interessano prevalentemente:
- l’essere una coppia clandestina alla fine degli anni settanta, senza i cellulari e i moderni mezzi di comunicazione, e dopo una serie di cambiamenti sociali che non comportarono automaticamente una modifica nella mentalità o nella cultura.
- l’autonomia decisionale della donna, dal momento che la protagonista anela a tale condizione, ma non ne è capace, tant’è che si innamora di un uomo più grande di lei, del quale ha soggezione e non riesce a lasciare il compagno, seppur la loro storia sia “scaduta” da un pezzo.
- l’effettiva conoscenza reciproca e, soprattutto, la possibilità di interrogarsi sulla reale conoscenza che si ha della persona al proprio fianco.
- Il funzionamento della propria personalità che porta a riflettere sull’ipotesi di cambiarlo, anche a una certa età; un cambiamento possibile o meno da realizzare?
“Penso che il mio libro potrebbe apparire per alcuni versi imparentato a un romanzo che ho molto amato: Il segreto di Sebastian Barry. Anche nel Segreto ci sono due persone che narrano, un uomo e una donna, e ciò che è davvero avvenuto viene desunto dal confronto fra il racconto della vecchissima internata in manicomio e quello dello psichiatra che, prima di dimetterla, si mette alla ricerca della storia della donna (finendo col ritrovare qualcosa di molto personale)” ci rivela l’autrice facendo riferimento a eventuali somiglianze tra il suo Omissioni e altre opere.
Quando me ne sono andata sull’argine mi ha invaso dalla testa ai piedi uno sconforto acuto, un senso enorme di desolazione. Ero quasi certa che ti saresti allontanato in silenzio, senza raggiungermi. Presentivo il clic della chiave nel cruscotto, la messa in moto, il vibrare asciutto del motore, la manovra con cui ti allontanavi da me. Me lo sarei meritato. Sono rimasta immobile, le braccia incrociate strette sul petto a proteggermi dal freddo umido, lo sguardo fisso sull’acqua che scorreva placida, aspettando con una convinta preveggenza il sollievo spietato del rombo dell’auto che se ne andava, mentre il fiume, giù in basso, avrebbe continuato a scorrere uguale e inesorabile. Invece mi hai raggiunto, ho sentito le tue mani sui miei fianchi, un primo bacio sulla nuca, i nostri sospiri di sollievo. “Scusami”. “Scusami tu, sono una stupida, ho esagerato, è vero. Ti amo” “Che parolona” hai detto. Ma ti sei salvato in corner, con un sussurro: “Ti amo anch’io”.
L’autrice
Emma Luciani è nata a Roseto degli Abruzzi nel 1950. Ha frequentato il liceo classico “Gabriele D’Annunzio” di Pescara, la facoltà di Medicina a Bologna, la scuola di specializzazione in Neurologia a Bologna e la scuola di Psichiatria a Modena. “Mi sono formata come psicoterapeuta a Milano. Ho lavorato nel servizio pubblico in provincia di Varese per 20 anni, ho svolto attività forense presso il Tribunale di Varese, ho insegnato in un corso di Psicologia giuridica per psicologi a Brescia, e ho sempre svolto anche libera professione come psicoterapeuta – ci racconta la nostra autrice – mi sono interessata e occupata del fine-vita come formatrice e autrice, e della violenza sulle donne. Ho pubblicato due testi di aiuto psicologico sul lutto e sull’assistenza agli anziani malati (edizioni Paoline), un romanzo (auto pubblicato) sulla violenza di genere e infine il romanzo Omissioni sulle dinamiche di coppia. Con WLM edizioni”.
Cosa l’ha portata a pubblicare il testo protagonista della nostra presentazione e, soprattutto, come è nato l’amore per la scrittura? Ce lo rivela la stessa Luciani: “Dopo la maturità classica, nel 1968, ero indecisa se iscrivermi alla facoltà di Lettere o a Medicina. Avrei voluto diventare anche giornalista o scrittrice, ma una forte inclinazione umanitaria mi fece scegliere di diventare medico. Specializzatami prima in Neurologia, e poi in Psichiatria, sono diventata psicoterapeuta, con grande soddisfazione e passione; e, aiutando gli altri a narrare (innanzitutto a sé stessi) le proprie emozioni, ho visto riaccendersi in me la passione per la lettura e per la scrittura. Anch’io, adesso, voglio narrare emozioni: conflitti, amori, gelosie, sentimenti negativi che cercano comunque una ragione e una soluzione. Lo faccio appoggiandomi alle intense occasioni di incontro e di confidenza vissute negli anni, e alla lettura degli autori che amo. Tratti autobiografici e influenze esterne in Omissioni? Di autobiografico c’è tutto quanto mi permette di immedesimarmi in chi vive dei conflitti, o fa i conti con aspetti contraddittori del proprio sentire e del proprio volere. Alcuni scenari sono parte dei miei vissuti: per esempio la Bologna degli anni settanta, o il paesino della Valcuvia in cui ho fatto vivere i parenti di Mario, il compagno di Michela. Credo di essere stata influenzata dal mio coinvolgimento in storie particolarmente toccanti e anche dalla mia personale esperienza di coppia, che ha posto me, come tutti, davanti alla difficoltà di integrare differenze, aspettative, conoscenze e disillusioni, per arrivare a una conoscenza realistica e benevola dell’altro. Ma…passando attraverso una conoscenza realistica e benevola di sé stessi!”.
Tra i progetti letterari futuri di Emma Luciani troviamo la stesura di una raccolta incentrata su racconti di vissuti psicopatologici da comprendere per riflettere.
QUI la nostra intervista all’autrice
Lo stile
Lo stile di Emma Luciani è stato inevitabilmente ispirato e influenzato dalla scrittura di autori che la stessa ama, per ragioni differenti che ci motiva così: “Gesualdo Bufalino, una ricerca raffinata e pregiata della parola, dell’espressione, dell’immagine evocata. Inimitabile, godibile, ammirevole. Kent Haruf, la poesia della vita quotidiana! Tra i personaggi che più mi hanno colpito: l’albero, il cortile, la prateria, il lampione che oscilla… Delizioso e minimale. Simenon, non solo Maigret, ma anche le ricostruzioni vivide di ambienti, di caratteri, di situazioni che nascondono segreti, patologia, delitti, tragedie”.
In Omissioni l’autrice va incontro a un obiettivo ben preciso, ossia quello di descrivere una relazione di coppia dal punto di vista di lui e da quello di lei, affrontando altresì il tema delle prevedibilità o imprevedibilità della violenza all’interno delle coppie “Mentre scrivevo, mi sono accorta di avere incluso anche il tema delle scelte, delle decisioni, delle omissioni, della casualità, della responsabilità individuale – ci dice – dal 2012 in poi mi è capitato di incontrare nel mio studio molte donne che avevano subito violenza da parte di mariti o compagni, e anche coppie fortemente conflittuali. Mi sono certo ispirata a loro. Non certo nella costruzione della storia (non approfitterei mai di confidenze su esperienze intime per svelare delle trame riconoscibili), ma piuttosto nella descrizione di sentimenti e contraddizioni, indecisioni e aspirazioni, di travisamenti, equivoci, confusioni”.
Da cosa deriva il titolo e, nello specifico, la sua scelta? “Omissioni vuol dire evitamenti, viltà, passività; vuol dire affidarsi al caso, lasciar fare, lasciar correre, senza prendere in mano la propria vita. A volte perché non si è capaci di decidere, altre volte per non assumersi delle responsabilità, Nel mio romanzo, le omissioni di entrambi i protagonisti portano a un evento drammatico, che li costringe ad aprire gli occhi e a riflettere sul loro modo di stare dentro le relazioni” afferma l’autrice del romanzo in esame, parlandoci anche della scelta della copertina “ho scelto la riproduzione di un fiore di Georgia O’Keeffe per due motivi: primo perché i grandi fiori carnosi e sensuali della O’Keeffe compaiono nel romanzo in contrapposizione a piccole forme di vita indifese, calpestabili o eliminabili, come i fiori di campo; secondo perché l’autrice della riproduzione è la vicepresidente di una associazione contro la violenza alle donne, presente sul territorio in cui vivo”.
Omissioni è la lettura ideale per i nati negli anni Cinquanta e Sessanta, dato che questi lettori avranno modo di ritrovarsi molto nella storia raccontata, negli eventi di quei periodi, nonché nell’atmosfera sociale abilmente riprodotta dalla Luciani. Tuttavia, si rivolge anche ai più giovani e a tutti coloro che stanno vivendo delle relazioni difficili, per capire e scegliere.
E, ancora, è il romanzo giusto per porre l’attenzione alla passione intesa come possibile strada di conoscenza e per riflettere sui tranelli che possono derivare dal dare per scontate le forme tradizionali di amore, la convivenza e la famiglia.
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