Intervista a Lauretta D’Angelo, autrice de “L’ultimo spenga la luce”
Lauretta D’Angelo (1952), dottore di ricerca in scienze dell’educazione, ha insegnato per più di trent’anni al liceo e, successivamente, all’università. In particolare s’interessa di ricerca narrativa e biografica, e proprio da questa esperienza è scaturita l’idea di scrivere questo romanzo ispirato in parte ad avvenimenti realmente accaduti.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Si tratta di un romanzo storico-biografico. Protagonista è Laura una ragazza/donna che vive gli avvenimenti dagli anni sessanta alla caduta del Muro di Berlino con partecipazione sentita e critica interagendo con passione con la sua realtà, sperimentando amori e delusioni.La riflessione sul passato condivisa con gli amici di allora termina con un invito ai suoi giovani allievi di non smettere di sognare.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
In realtà ho sempre amato scrivere fin dall’adolescenza. Al liceo ho avuto la fortuna di avere come docente di lettere Franco Fortini che mi ha incitato a scrivere. Prima di questo romanzo ho pubblicato una raccolta di poesie. Poi molti articoli in ambito professionale. Finalmente sono riuscita a portare a termine il mio romanzo in età matura.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Assistendo mia madre malata e molto anziana ho iniziato a farmi raccontare la sua vita e ho registrato le sue narrazioni. Dopo la sua morte non sono riuscita a riprenderle in mano per un paio di anni. Successivamente l’ho fatto e ho integrato i suoi racconti con le mie esperienze e i ricordi di amici che hanno vissuto come me gli eventi del ’68 e della caduta del muro di Berlino.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Forse come stile Calvino, come figura non saprei: mi immagino una Merini narratrice. Una scrittrice che guardi il mondo con sguardo lucido ma allo stesso tempo non nichilista, con voglia di dare una speranza ai giovani.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Ne sceglierei tre per le tre parti fondamentali del libro: – E la pioggia che va – The Wall – Imagine.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Un romanzo per conoscere, per imparare ad amare e ad amarsi, per non dimenticare, per tornare a credere e a sognare un mondo diverso.