Intervista a Emma Luciani, autrice de “Omissioni”
Psichiatra e psicoterapeuta di formazione analitica, Emma Luciani ha esordito come autrice divulgativa. Il suo primo romanzo, Una sosta a metà strada (LULU) tratta il tema della violenza domestica, mentre il secondo, Omissioni (WLM Edizioni) analizza il rapporto di una coppia di amanti, legati da molteplici lacci, familiari e culturali.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Omissioni. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Si tratta di una storia d’amore, difficile non solo per il legame di coppia – strano, se non malato – che ciascuno dei due protagonisti ha già, ma anche per le ambivalenze, i timori, le viltà e gli evitamenti cautelativi che i due mettono in atto. La prima delle omissioni è che i due amanti non si dicono tutto, non riescono ad essere leali fino in fondo.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho sempre desiderato scrivere, sebbene il mio mestiere sia un altro. Come psichiatra e psicoterapeuta, ho aiutato molte persone a raccontarsi, a trasformare emozioni -intrappolate dentro sintomi – in narrazioni. Esplorare l’interiorità delle persone attraverso la scrittura è la mia nuova sfida. Proprio scrivendo possiamo vedersi aprire nuove configurazioni mentali, nuovi modi di descrivere la vita.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho impiegato una paio di anni. Inizialmente avrei voluto descrivere una storia d’amore attraverso i due punti di vista maschile e femminile. Poi ho visto nascere e delinearsi personaggi contorti, incoerenti, paurosi, e li ho lasciati parlare. La storia inizia verso la fine degli anni ’70, anni di profondi cambiamenti sociali, dei quali ho voluto lasciare traccia nelle riflessioni dei due amanti.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ammiro i minimalisti americani; di recente mi è piaciuto leggere Kent Haruf; ma non vorrei sentirmi dire che somiglio piuttosto a… Liala! No, dai, ho cercato di scrivere un romanzo psicologico.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Bellissima domanda! immagino sempre una colonna sonora, mentre scrivo. In Omissioni ho fatto riferimento agli Oregon e ad Astor Piazzolla.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Di omissioni tutti gli amanti si rendono colpevoli. A volte essi omettono addirittura di guardare all’origine delle loro insoddisfazioni e ai pericoli che corrono. Sicché la loro storia può modificarsi drammaticamente, cogliendoli alla sprovvista.