Intervista a Ivan Catania, autore de “Parallax”
Ivan Catania è un giovane 45enne. Infermiere ma anche informatico, da sempre con la passione per la tecnologia e la scrittura, divoratore di fantascienza. A 7 anni la sera cenava con minestrone e Gene Roddenberry. Sposato, padre di due splendidi figli, visionario e sognatore tra gli ultimi del ventunesimo secolo.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“Parallax” è un romanzo breve, ma intenso e coinvolgente, che tratta con stile scorrevole e piacevole, molte tematiche di attualità e universali. Il destino del mondo, il destino dell’uomo, le meschinità del genere umano ma anche l’aspirazione ad un mondo migliore.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Il mio amore per la scrittura nasce quando sono nato in pratica, o meglio quando ho iniziato a scrivere. Più che un amore è una necessità. Parlo molto, penso ancora di più, penso veloce. E ho bisogno da sempre di scrivere parte di questi pensieri e delle mie visioni.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Per scrivere Parallax ho impiegato alcuni anni. Questo perché il processo creativo non è stato continuativo ma l’ho lasciato per molto tempo per poi riprenderlo diverse volte. Scrivevo a casa nel mio studio, al lavoro di pomeriggio su una grande scrivania color wenge e anche di notte sempre al lavoro. Il posacenere vicino al notebook era sempre pieno.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ho sempre amato Asimov ma adoro Franco Forte. Mi piacerebbe scrivere qualcosa come “Tutti i miei robot” di Asimov.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Qualcosa di Vangelis… Mi piace “Blade runner”.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Ciao a tutti, leggete Parallax ora che arriva la primavera magari in una tranquilla domenica al prato o con più caldo sotto l ombrellone.