Con i piedi nel fango | Gianrico Carofiglio e Jacopo Rosatelli
Con i piedi nel fango di Gianrico Carofiglio più che essere un saggio, molto breve, sulla situazione politica e sociale italiana degli ultimi anni, è una vera e propria trascrizione di un dialogo, di un confronto che egli ha avuto con Jacopo Rosatelli, Ricercatore di Studi Politici all’Università di Torino e scrittore.
Un dialogo molto contenuto, poche pagine, che si possono leggere tutte in una sera, ma ricche di riflessioni e di contenuti, dove ognuno di noi è chiamato a confrontarsi per poter prendere parte alla vita pubblica del proprio paese.
Carofiglio e Rosatelli non hanno la presunzione di dire cosa fare o cosa pensare, ma si limitano a fare delle osservazioni acute su molte tematiche, politiche e sociali che, piaccia o no, ci riguardano molto da vicino.
Non bisogna dire molto sul libro in sé, perché essendo un saggio e per giunta molto breve, ha più senso parlare degli argomenti trattati dai due; ed è qui che forse viene fuori qualche dubbio su come è stata impostata, non tanto l’opera, ma l’intervista.
I due autori, facendo un largo uso di citazioni pronunciate da grandi pensatori e filosofi del passato, da Gramsci a Bobbio per andare a ritroso fino al tanto citato “Il Principe” di Machiavelli, dialogano sulla politica degli ultimi anni e su come la stessa viene percepita dal pubblico.
Il dialogo tra i due protagonisti è ricchissimo di riflessioni, giuste o meno poi lo decide il lettore con il suo spirito critico, ma ciò che conta in questo genere di libri è sicuramente il confronto che ognuno di noi deve avere.
Un libro che spinge chi lo legge a fermarsi e a riflettere su quello che gli sta succedendo intorno: dall’indifferenza di chi non va a votare, sul concetto di verità applicato alla politica e alla figura del politico, su come rendersi credibili agli occhi degli elettori, per finire con la narrazione della politica.
Argomenti che vengono discussi e affrontati con molta lucidità, citando esempi contemporanei ma anche storie a lieto fine come quella raccontata da Rosatelli per chiudere l’intervista.
Analizzare ogni capitolo del libro, cercando di dare un’idea o comunque ricavare delle considerazioni in merito, sarebbe ingiusto.
Con i piedi nel fango di Carofiglio, infatti, nasce dalla voglia di avere un confronto con un interlocutore esperto e preparato sulla politica; lo stesso approccio che dovrebbe avere chiunque decida di leggere questa intervista.
Un piccolo libro, di quelli che all’apparenza farebbero storcere il naso a tutti quelli che stanno valutando il loro prossimo acquisto, ma ricchissimo di contenuti e pieno di spunti riflessivi interessanti su cui confrontarsi sia con Carofiglio che con Rosatelli, apprestandosi tranquillamente anche a delle riletture, per consentire un ulteriore approfondimento sui temi trattati.
Che difetti può avere la semplice trascrizione di un’intervista? Qualche difetto c’è e non riguardano gli argomenti trattati, ma il modo con cui Carofiglio imposta la sua intervista. Rosatelli è e deve essere per forza di cose il protagonista del dialogo, l’uomo con cui Carofiglio deve confrontarsi, ma al libro manca proprio questo: il confronto.
Raramente vediamo l’autore, infatti, contestare o andare oltre alla semplice domanda, in un botta e risposta abbastanza meccanico, tipico di un giornalista che deve essere imparziale.
In questo libro quello che manca, paradossalmente, è proprio l’autore, che avrebbe dovuto essere più pungente con il suo interlocutore, ponendo qualche dubbio in più, mettendolo in difficoltà volendo, perché Rosatelli dimostra di essere un ottimo osservatore della realtà e persona dotata di grande spirito critico, oltre che di grande cultura.
Osservazione questa che non deve essere necessariamente presa come un difetto, ma un confronto più serrato, forse, avrebbe arricchito ancor di più questo testo, dando in pasto ai lettori dei concetti e delle idee che qualunque persona attenta alla vita politica del proprio paese dovrebbe tenere in mente.
Con i piedi nel Fango di Carofiglio è un libro che merita di stare in qualunque libreria di casa: piccolo nel formato ma grande nei contenuti, pieno di riflessioni e di idee da assimilare ed elaborare, per cominciare non tanto a essere persone competenti in politica, ma ad avere un approccio più sano con la realtà ma anche con chi la pensa diversamente.