Intervista a Giovanni Canestrelli, autore de “Un gioco pericoloso”
Giovanni Canestrelli, nato a Milano nel luglio del ’47, vive a Napoli. Laureato in Giurisprudenza, ha sempre lavorato per la Pubblica Amministrazione. Il suo ultimo incarico è stato quello di Direttore della Scuola di Polizia della Regione Campania. Nel 2016 ha pubblicato “Una casa in costiera” vincitore di numerosi premi e “Suave y bajito”. È sposato con Gabriella ed ha due figlie.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Un gioco pericoloso. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
È un giallo, ambientato a Ferrara. Elena Parri, giovane capitano dei carabinieri, indaga sulla morte di una diciannovenne, unica erede di un impero industriale. Un’indagine serrata la porterà ad attraversare le diverse realtà che coesistono in una provincia apparentemente calma e sonnolenta e ad affrontare persone e situazioni che le faranno riconsiderare le sue scelte di vita.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho trascorso la maggior parte del mio tempo libero in compagnia di un libro. Sono cresciuto insieme a mille personaggi diversi e, adesso che ho più tempo a disposizione, mi è venuta voglia di dare vita a qualche figura attraverso cui far emergere il mio modo di immaginare vicende e sensazioni.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
“Un gioco pericoloso” è nato in pochi mesi. Preferisco scrivere di notte, quando la casa dorme e la luce dello schermo è la mia unica compagnia. Nel silenzio, con una bacchetta d’incenso che brucia, mi sembra che le parole si mettano in fila da sole e, attraverso le dita che sfiorano la tastiera vadano a comporre le frasi, dando corpo e ordine alle idee che si affollano nella mente.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Nel corso degli anni sono tanti gli autori che mi hanno interessato ed emozionato. Sono rimasto particolarmente legato alle storie di Ed McBain che, con il suo 87° Distretto, ha dato vita ad un universo reale e dolente, ad un microcosmo multirazziale in cui, in una città immaginaria che è la metafora di New York, si combatte quotidianamente l’eterna lotta tra il bene e il male.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Uno dei brani che amo di più è “Us and Them”, in cui le sonorità meravigliose dei Pink Floyd accompagnano e sostengono un testo dolente, soffuso di malinconia, che mi sembra adattarsi molto bene alle atmosfere del romanzo.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Cari amici lettori, credo che “Un gioco pericoloso” possa stuzzicare la vostra curiosità. Dentro c’è tanta vita e tanta energia e, se lo leggerete, credo che resterete legati a Elena, personaggio “tosto” e affascinante.