Intervista a Chiara Apicella, autrice de “Nonostante Sally e Lelaina”
Chiara Apicella si è laureata in Lettere indirizzo Cinema. Ha scritto per Lantana Editore il romanzo “Sofia nel mio autunno nevrotico”. Ha scritto racconti “musicali” sulla sua rubrica “Soundtrack”. Scrive recensioni cinematografiche su Movieplayer.it e conduce una trasmissione la domenica mattina su Radio Rock.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Nonostante Sally e Lelaina. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il mio romanzo è una commedia piuttosto ironica e parla di una trentaduenne, Sara, che si sente irrisolta in ogni campo: professionale, sentimentale, familiare. Sara si chiede se il grande misunderstanding alla base della sua insoddisfazione non derivi dalle commedie con cui è cresciuta, come “Harry ti presento Sally” e “Reality Bites”.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Da bambina adoravo scrivere i temi. Da adolescente tenevo un diario che poi mi divertivo a far leggere agli amici. Da adulta ho incanalato nella scrittura le mie passioni più forti, come la musica e il cinema. L’ho fatto nel mio primo romanzo, “Sofia nel mio autunno nevrotico”, e nei miei racconti della rubrica “Soundtrack”. E l’ho fatto in questo romanzo.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho trascorso qualche mese a scrivere questo romanzo e poi a correggerlo, ricorreggerlo e volergli bene via via che prendeva forme diverse. Ricordo la luce soffusa della lampada in salotto, gli album che via via sceglievo come accompagnamento musicale, e le pagine che facevo leggere agli amici cui mi ero ispirata per i personaggi, irrisolti proprio come la protagonista.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Il mio primo riferimento è Nick Hornby, di cui amo l’ironia, i personaggi irrisolti come quelli che ho in mente io, e i continui riferimenti musicali. Un altro riferimento importante è Jonathan Coe, per motivi molto affini. Due libri che ho davvero amato, infatti, sono “Alta fedeltà” di Nick Hornby e “La casa del sonno” di Jonathan Coe (scrittore affezionato agli Smiths, come la sottoscritta).
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Questa domanda mi fa gongolare, perché la musica è il mio primo motore d’ispirazione nella scrittura. Sceglierei “Pet Sounds” dei Beach Boys, perché è un gruppo che sa essere allegro e malinconico allo stesso tempo, e viene nominato nel romanzo. E “Breakfast In America” dei Supertramp, per gli stessi motivi. Poi sceglierei “The Queen Is Dead” degli Smiths, perché contiene pezzi magici.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
La scrittura è un modo per scoprire passioni comuni con persone che forse non conoscerai mai. Magari con questo libro, o altri, faremo una parte di percorso insieme. Sarebbe carino!