Qualcosa in più | Denise e Michele Calamita
La trama
Qualcosa in più di Denise e Michele Calamita potrebbe essere definito un testo poetico, metaforico e motivante.
Si tratta di una fiaba illustrata che si rivolge a bambini dai 5 anni in su e alle famiglie; è stato adottato da alcune scuole come strumento didattico/educativo e la stessa autrice, che è coach professionista per le relazioni personali e la gestione dei conflitti personali, ha fornito la sua consulenza per attivare laboratori ad hoc, soprattutto di tipo grafico-sonoro (i disegni sono fatti con la sabbia).
Tema centrale dell’opera è la differenza, intesa come elemento in più, nonché fonte di opportunità per una crescita individuale e sociale. La diversabilità, materia portante di Qualcosa in più, si esplicita attraverso la storia di Riccardo, un bambino “particolare”, nato diverso perché ha uno zaino cucito sulle spalle. In virtù di tale “diversità”, tutti pensano sia destinato ad una vita difficile, ricca di ostacoli e difficoltà e povera di soddisfazioni e gioie.
Ma non sarà affatto così: la vita di Riccardo, proprio come l’esistenza di ognuno di noi, è un viaggio magico alla ricerca di sé stessi e di un equilibrio tutto personale, da condividere col mondo che ci circonda. La “magia” offerta dalla propria diversità o, meglio, unicità, regala l’occasione di mostrare a tutti il vero io.
Sulla scia della favola, Denise Calamita narra una storia carica di spunti di riflessione, in cui i temi sociali trattati, così delicati, toccano la sfera emotiva di ogni individuo, invitandolo a riflettere sul quotidiano.
Qualcosa in più, col suo valore didattico ed educativo, è il frutto di un lavoro coordinato con le idee di un bambino e di una mamma: qui è da ricercare il chiaro segnale dell’importanza di puntare sulle relazioni familiari per produrre benessere e benefici fruibili in diversi campi vitali. Ad arricchire tali intenti e ad esporli al meglio, con genuinità e spontaneità, ci ha pensato Michele, il figlio di Denise, che si è dedicato con impegno ed entusiasmo alle rappresentazioni grafiche presenti nel testo. La copertina, invece, è di Chiara Bevegni Design, cara amica dell’autrice, e soprattutto una dei principali esperti di grafica in Liguria.
In merito alla genesi dell’opera protagonista della nostra presentazione, Denise ci racconta: “Io e mio figlio Michele, co- autore e realizzatore della parte grafica del libro, abbiamo un rapporto speciale, ogni sera inventiamo nuove storie e spesso le trasformiamo in spettacoli o laboratori itineranti dove ognuno di noi due esprime la propria creatività e la mette a servizio del settore educativo che io frequento da 20 anni, mio figlio invece da quando è nato. Raccontando la storia di Riccardo e della sua mamma abbiamo voluto parlare un po’ di noi, della nostra storia cominciata “un po’ in salita” (sono una madre single) ma anche delle storie che, nei nostri viaggi educativi e teatrali, abbiamo incontrato e ci hanno particolarmente colpito. Riccardo e la sua mamma (nome di fantasia) esistono, come noi. Abbiamo scritto questo libro per condividere le nostre avventure con più persone possibili, per dire che spesso la vita è difficile, ma se hai il coraggio di metterti in viaggio e di credere alla magia, il miracolo accade. Il miracolo siamo tutti noi. Lo abbiamo scritto in tre giorni, di getto, poi ci sono voluti un paio di mesi per rifinirlo. Lo abbiamo scritto in cucina, di notte (non c’era scuola nei giorni successivi), con un lumino acceso. É stato un momento che mai dimenticheremo, perché abbiamo parlato tanto, ci siamo confrontati, abbiamo trovato insieme il modo per realizzare il nostro progetto, ci siamo presi per mano e ci abbiamo creduto”.
Gli autori
Denise Calamita è nata a Genova nel 1980, è agente di viaggio per una grande multinazionale italiana ed opera come libero professionista nell’ambito del life/personal coach e gestione dei conflitti aziendali e familiari. Esperta di arteterapia, nel tempo libero si dedica al teatro e ad alcuni laboratori di musica intuitiva e grafico- sonori.
Ama il calcio (ha un passato da trequartista), il cinema (su cui spesso conduce laboratori per adolescenti) e le passeggiate al mare. Spirito ecclettico, sempre alla ricerca di stimoli creativi, scrive poesie e di recente ha ricevuto una menzione al merito da Alessandro Quasimodo per la pubblicazione di una poesia.
Cura il blog www.stregacornacchia.it, è esperta di comunicazione e tratta spesso argomenti utili per genitori o professionisti del settore che la seguono con dedizione e ne ricercano la collaborazione.
Michele ha 8 anni, è figlio di Denise ed è il vero artista della famiglia. Le sue passioni sono dipingere (disegna sempre) e giocare a calcio insieme ai suoi amici. Il suo sogno è diventare un manager e aprire un’attività insieme alla mamma che è il suo esempio e a cui è molto legato.
Giovanissimo perfezionista, è perennemente alla ricerca, insieme a Denise, di nuove avventure da vivere, soprattutto se queste hanno a che fare con laboratori e spettacoli, perché si diverte tanto in questi contesti e adora mascherarsi! Il suo costume preferito? Quello del mago. Durante i laboratori Michele si maschera e ha una bacchetta magica con cui aiuta i bimbi a capire che si può giocare anche senza videogiochi, usando fantasia e immaginazione.
Ma come nasce in Denise Calamita l’amore per la scrittura? “Coltivo questo amore sin da piccola – ci dice – mio nonno è stato un marinaio da giovane ed era solito, insieme a mia nonna, raccontarmi storie fantastiche e racconti, inventava avventure affascinanti. Io e mia nonna facevamo tanti disegni, preparavamo libri “artigianali” con colla, pinzatrice e tanta fantasia. Insomma, un vizio di famiglia…”
Un vizio che permetterà la realizzazione di altri libri e iniziative. I progetti in cantiere per Denise e Michele sono diversi ma, al momento, il loro argomento è rigorosamente top secret!
Lo stile
In fatto di stile, Denise Calamita ha un punto di riferimento: “Vorrei somigliare ad Hemingway perché ha un ritmo narrativo calzante, la capacità di trascinare il lettore dentro all’anima dei personaggi. Cerco sempre di scrivere “senza filtri”, per aiutare il lettore ad identificarsi nei personaggi, a sentirsi emotivamente coinvolto nelle vicende del racconto. É una bella sfida, ma sono sulla buona strada” e sui libri che maggiormente l’hanno conquistata e ispirata, ci rivela: “Il libro che porto nel cuore, più di altri, è Il vecchio e il mare. L’ho letto molte volte. Mi piace perché è introspettivo, descrive bene il moto interiore dei personaggi e lo amalgama perfettamente con un tentativo di realtà tanto distonico quanto disarmante. Profuma di poesia dall’ inizio alla fine. Il secondo è Non si muore tutte le mattine, lo adoro perché è delirante, quando lo leggo sembra di volare insieme ai pensieri insensati dell’autore, è un moto perpetuo di allontanamento/avvicinamento alla realtà. Fornisce prospettive oniriche di alto livello, accompagna il lettore nelle viscere della scrittura, è un viaggio espressivo senza pari. Il terzo libro è Piccole donne, è uno dei libri della mia infanzia, romanzo di formazione per eccellenza, lo leggevo in campeggio con mia mamma, è un dolce ricordo”.
Ma cosa ha ispirato la stesura di Qualcosa in più? La realtà, senza dubbio, come ci racconta la stessa autrice: “Riccardo e la sua mamma (nome di fantasia) sono esistiti davvero, ho unito la loro storia alle esperienze che appartengono a me e a Michele, ai miei viaggi di lavoro e alle tante persone con cui collaboro nel quotidiano, cercando di raccontare l’alchimia di questo incontro di cuori e di anime. Sicuramente io e la mamma di Riccardo abbiamo molto in comune, siamo state donne sole (ognuna in modo diverso) in un momento così delicato come la nascita di un figlio, ma abbiamo scelto di percorrere il nostro viaggio in modo coraggioso e coerente, nonostante le critiche o le tante persone che ci hanno sconsigliato perché “non sta bene”, perché non è una scelta convenzionale. In Italia ci sono molti preconcetti sull’ argomento, ho voluto scrivere che non è tanto rilevante l’inizio in salita quanto la costanza e la fede nel proprio percorso, qualunque esso sia. Ma mi rivedo molto anche nella maestra Giacomina, il mio mestiere di consulente mi permette di condividere il concetto di resilienza e di opportunità di successo nel quotidiano, entrambi i personaggi fanno parte del mio modo di essere”.
Qualcosa in più è dedicato “A Michael e a Nicola, due angeli che sono volati in cielo troppo presto. Li ho conosciuti quando ero una ragazzina, molto diversa dalla donna forte e sicura che sono adesso. Loro sono stati i miei mentori, le mie guide nello scegliere che tipo di persona sarei voluta diventare”.
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