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Intervista a Maria Carla Botta, autrice de “Il console russo”

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Lavoro come impiegata, nel tempo libero leggo e scrivo, mi occupo della mia famiglia. Alterno la lettura di narrativa con poesie e saggistica. Studio lo stile di chi sto leggendo. La poesia è un balsamo che lenisce e rigenera nei momenti di stanchezza e malinconia. Amo la musica jazz e rinascimentale, la musica pop italiana and so on, bye. Parlo bene l’inglese, ricordi di gioventù“. Si presenta così Maria Carla Botta, autrice del romanzo Il console russo

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

La storia narra le vicende di Lidia e della sua famiglia, in giro per l’Europa, con Mikhail suo marito, il console conosciuto all’ambasciata russa. Lidia ha il cuore turbato dopo la partenza di Alexey. Si perdono di vista, lei si invaghisce del console. Perestroika e caduta del muro di Berlino. Nonna Irina era una ballerina famosa.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Scrivo ormai da dieci anni, ho iniziato a scrivere brevi racconti in inglese, per poi passare all’italiano. Il console russo è il mio quarto romanzo. Sono una lettrice accanita, la scrittura è forse arrivata di conseguenza. Scrivo anche poesie, Ciottoli di fiume è una raccolta recente. Scrivere è una passione, mi permette di dare voce ai moti dell’animo. Chi scrive spera di essere letto.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Almeno due anni, mi sono documentata sulla situazione politica russa degli anni ottanta, parlo della Perestroika, e della caduta del muro di Berlino. Lidia sente la nostalgia di Mosca, Alexey spera di incontrarla ancora. Le vicende si snodano anche a Madrid, la storia inizia con un ballo in maschera, durante il carnevale madrileno. Nonna Irina si interessa di danza terapia.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Mah, non saprei, leggo molto gli autori inglesi, McEwan, Allende, Doris Lessing, Amos Oz, Eric-Emmanuel Schmitt, pochi scrittori italiani. Forse ho preso ispirazione da alcune storie di McEwan, e dalla Allende. Lo stile che ho usato sembra quello di un thriller, per alcuni versi. Molti flachback, gli anni difficili di Lidia a Mosca, rimpianti e nostalgia.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Un valzer viennese, e in particolare Masquerade di Shostakovich, per scandire i momenti nostalgici e difficili di Lidia, lontana da Mosca. Vita contrastata con suo marito, sta al suo fianco nelle serate mondane all’ambasciata di Madrid, logorata dalle sue amanti. Nonna Irina la coinvolge nella danza terapia, Lidia trova un lavoro, stanca di una vita vuota e priva di significato.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

La storia ti trascina in un vortice come un valzer, vuoi scoprire il seguito delle vicende intriganti e malinconiche, per certi versi, mai noiose per chi legge.

Autore: redazione

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