Intervista a Claudio Bolle, autore de “L’impero d’Acciaio – Il fiume si divide”
“Sono nato e ho sempre vissuto a Vicenza, sono sposato con una figlia ormai adulta. Ho lavorato ai massimi livelli in note aziende della zona, nell’area amministrazione e controllo, con compiti paralleli che hanno toccato personale e informatica, per poi intraprendere la strada della consulenza. Una delle mie passioni di sempre è la musica, senza distinzioni di genere, Rock in particolare“. Si presenta così Claudio Bolle, autore dell’opera L’impero d’Acciaio – Il fiume si divide.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Non è il mio ultimo libro, ma il primo, quello che apre la Trilogia, ossia il primo ciclo della saga. Ho immaginato un evento straordinario, che porta quattro nostri contemporanei nella Roma di Tiberio, nel 22 D.C. Reagiranno al trauma, tentando di contattare l’Imperatore e vi riusciranno, per poi iniziare a collaborare con la loro nuova gente, adattandosi ai costumi licenziosi dell’epoca.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Per la lettura, innanzitutto. La storia che ho pubblicato mi frullava in testa e sono riuscito a metterla giù, per quanto in modo approssimativo, nonostante non avessi mai scritto narrativa. Diciamo che la vera passione per la scrittura è arrivata in seguito all’accettazione del romanzo da parte di una piccola Casa Editrice, infatti l’ho continuata e mi sto dedicando ad altri progetti.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Per la prima stesura che, salvo la storia, poco ha da spartire con l’edizione definitiva, un po’ più di due mesi, compreso il lavoro di documentazione, che mi ha preso almeno metà del tempo. Direi almeno sei a ondate per portarla com’è oggi pubblicata. Scrivo in una stanza nata per la musica, colma di strumenti, libri e CD, dove ho il mio potente computer e nessuno – o quasi – mi disturba.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Giusto per stare al gioco: Wilbur Smith, in particolare nel ciclo di Taita. Stile asciutto, solo a tratti appena elaborato, tipicamente anglosassone. Per il mio libro temo non sia possibile, non riesco nemmeno a collocarlo in un genere: tra storico e fantascienza, non ho mai letto niente del genere.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Quella che ho usato per il mio trailer: un gioco strategico che mi piace. Rome: Total War (la prima edizione).
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Vi immedesimerete nei personaggi, gente comune, e rimarrete affascinati dall’ambientazione. Soprattutto, non smetterete di girare pagina e, forse, vorrete approfondire la storia reale.