Radici d’infanzia, ali di vita | Mirca Ferri
La trama
Radici d’infanzia, ali di vita si presenta come un testo fortemente personale, autentico, commuovente e intenso. Mirca Ferri, l’autrice, ha dato vita a una biografia, nonché a una narrazione vera e spontanea della sua vita, ponendo l’attenzione, in particolare, sull’attività di famiglia e sulle persone che sono state vicine alla stessa.
Infatti, il romanzo in questione racconta di un luogo speciale dove la Ferri ha trascorso la sua infanzia e dove, da ragazza, ha mosso i primi passi nel mondo del lavoro. Quanto narrato è realmente accaduto e alcuni episodi, densi e pregni di verità, ancora adesso, non trovano una motivazione o una risposta.
E così, proprio quando la frana era al suo culmine, sono stata concepita io. Mi ha sempre fatto sorridere quest’associazione tra la mia creazione e la frana e trovo, in quest’assonanza il motivo del mio carattere esplosivo, vulcanico e sempre in movimento proprio come lo smottamento del terreno.
Al centro della storia, dunque, un luogo antico che porta dentro se stesso misteri, magia e figure leggendarie che prendono vita, alimentando la fantasia e talvolta la paura di chi vi ha vissuto.
Una vicenda quasi corale, dal momento che si snoda tra diverse realtà familiari, trattando del mutamento di un Paese in perpetuo evolversi che andava a scontrarsi con le lotte per i diritti civili dei più deboli e le rigide regole contadine del tempo.
In un contesto dalle svariate sfumature e contraddizioni, si fa spazio un gruppo di ragazzi che, con la loro complicità e le loro avventure, sono stati in grado di andare oltre le barriere sociali, in un contesto rurale e bucolico, innalzando a valore supremo il dolce sentimento dell’amicizia che li lega. La loro infanzia è spensierata, priva dell’ansia dei genitori e degli strumenti tecnologici odierni, è un vivere all’insegna della curiosità quotidiana verso tutto ciò che è mistero e occulto.
“Questo libro vi porterà a conoscere un luogo magico, dove non esistevano né servi né padroni, solo amore per la terra e per gli animali. Un luogo che ha formato la vita di tanti bambini, ora adulti, che a distanza di anni sono ancora amici. Un luogo che è stato famiglia prima di essere lavoro – ci racconta l’autrice – leggetelo per ritrovare quella parte di voi che non ricordavate di possedere. Pensate a quante volte avete immaginato le stesse cose ma non le avete dette per timore. E pensate come sarebbe bello farlo leggere ai vostri figli!”
E proprio lei, Mirca Ferri, in qualità di figlia, e non solo, esprime una dedica importante: “Dedico quest’opera a mio padre, defunto. A mia madre che mi è sempre accanto. A mia sorella che ha vissuto tutte queste avventure con me e a mio figlio Leo e mio nipote, figlio di mia sorella, che non hanno potuto vivere la nostra magia”.
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L’autrice
Mirca Ferri ha 41 anni e vive a Sassuolo col marito e il loro figlio di 11 anni. Diplomata al Liceo scientifico, ha lavorato nell’azienda di famiglia e poi presso uno studio commercialistico per dieci anni. A seguito della scoperta della sua malattia è stata costretta a rinunciare al lavoro, dedicandosi completamente alla famiglia e alla scrittura.
“Ho iniziato a scrivere alle scuole medie per il giornalino della biblioteca della mia città, poi per alcune testate indipendenti di internet – ci rivela l’autrice, in riferimento alla nascita dell’amore per l’arte dello scrivere – nell’ultimo periodo la scrittura è stata per me una riscoperta specie dopo che ho scoperto di soffrire di una rara malattia autoimmune ( il Neuro lupus ) che limita molto la mia esistenza”.
Scrivere, ma anche leggere. La passione per la lettura è stata senz’altro determinante, tant’è che non è stato semplice per Mirca scegliere soltanto tre testi che, in qualche modo, hanno ispirato la sua scrittura coinvolgendola e affascinandola non poco: “Tre titoli? Direi Il signore degli anelli di J. R. R Tolkien, letto e riletto molto prima della trasposizione cinematografica. Oltre alle indiscusse proprietà lessicali e di sintassi ho intravisto in questa trilogia lo spettro di ciò che sarebbe accaduto nl mondo dopo pochi anni. È un fantasy – no fantasy secondo il mio parere. Lo definirei come genere epico. Non vi lascerò orfani e Storia della mia ansia di Daria Bignardi. Il primo l’ho letto così tante volte da sapere le battute a memoria. Vivevo un periodo paragonabile al suo in quel momento e in esso ho trovato uno stile leggero, confidenziale ma comunque ricercato che mi hanno avvolta totalmente. Lo stesso per il secondo libro: anch’io come lei ho affrontato periodo di chemioterapia e i suoi pensieri, rivolti alla famiglia piuttosto che al suo malessere, sono gli stessi che provo io. La casa degli spiriti di Isabel Allende. Un libro che mi sento sulla pelle. La storia di varie generazioni familiari unite dal magico dono della madre che riesce a perpetuare nonostante il turbolento carattere del marito nel mezzo di una guerra civile Mio padre è stato partigiano e come tale sento l’argomento molto vicino a me”.
I progetti letterari per il futuro non mancano di certo. L’autrice dell’opera Radici d’infanzia, ali di vita ha già portato a termine il primo volume di una trilogia collocabile nel genere romance. È in attesa della correzione della bozza per proporlo alla sua casa editrice e/o ad altre.
Lo stile
Sui perché che l’hanno spronata a scrivere l’opera protagonista della nostra presentazione, Mirca Ferri non ha alcun dubbio: “La mia azienda è stata il terzo figlio mancato dei miei genitori ed io l’ho amata e vissuta come tale fino all’età di circa 11 anni insieme a tutti i figli degli operai addetti all’allevamento. Vorrei che le persone ricordassero quando non vi erano differenze sociali, né di rango o di razza e quando per giocare bastava essere insieme senza videogiochi. E vorrei, inoltre, che alcune perle di saggezza contadina non si perdessero nel vuoto del tempo. Trattandosi delle mia vita, l’ispirazione è venuta dal desiderio di raccontarla. E poi mio marito, che non mi ha conosciuta ai tempi in cui avevo l’ azienda, desiderava che io ne parlassi in forma scritta”.
Infatti, già nel titolo è riscontrabile la grande componente biografica, in quanto le radici rimandano all’origine di tutto, alla nascita e all’infanzia, mentre le ali (di vita) a ciò che è avvenuto in seguito alla morte del padre e alla cessione dell’azienda, eventi che hanno costretto l’autrice a imparare a volare da sola.
Radici d’infanzia, ali di vita potrebbe essere accostato, per stile, tematiche e messaggi, a tre opere di Daria Bignardi, ovvero Non vi lascerò orfani, Spingendo la notte più in là e Bella tutta.
“Ho scritto questo libro in dieci giorni, dedicandovi ogni ora possibile. Mio figlio aveva terminato la scuola ed io ero libera da determinati impegni. Essendo malata non posso lavorare e ho messo tutta la mia energia in questo testo che raccoglie il mio retaggio e, spero, il futuro della mia generazione – aggiunge l’autrice – Il mio libro è adatto a tutti quelli della mia generazione (anni 70 e 80) e anche ai giovanissimi. Mio figlio ha 11 anni e lo ha trovato scorrevole, dialettico e molto intrigante perché contiene un’allure di mistero e perché parla di ragazzini della sua età”.
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