Intervista a Marco Candida, autore de “Nelle mani dell’amore”
“Ho esordito nel 2007 con un romanzo pubblicato da Sironi Editore. Nel 2001 un romanzo pubblicato da Las Vegas Edizioni è stato incluso nell’antologia americana Best European Fiction 2011. Negli Stati Uniti ho partecipato anche a una Writer Conference e ho pubblicato racconti su varie riviste americane di prestigio. Ho pubblicato in tutto tredici romanzi e due raccolte di racconti“. Si presenta così l’autore Marco Candida.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Nelle mani dell’amore parla di un uomo che rientra in Italia dopo un lungo periodo (vent’anni circa) di viaggi all’estero culminati con un soggiorno negli Stati Uniti. Così, si scontra con la realtà italiana. Ne ha una percezione tutta diversa, ora. E i ricordi dell’America lo colpiscono in continuazione in un raffronto costante con la realtà italiana. Come se si trovasse tra dimensioni parallele.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho pubblicato tredici romanzi e due libri di racconti. Scrivo dall’età di undici, dodici anni. Mi piace trasformare le mie esperienze in storie, fondere le mie impressioni sulla vita in un’opera di finzione. La finzione permette varie libertà.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Questo libro l’ho scritto in biblioteca ad Alessandria, in Piemonte. Avevo un’amica lì, anche lei scrittrice. Ci incontravamo e scrivevamo. Lei su un Mac. Io su foglietti che mi facevo dare al bancone, con un penna Bic. La faccenda ha preso corpo e incredibilmente quel mucchio di foglietti è diventato “Nelle mani dell’amore”, presentato da Antonio Moresco a un editore di prestigio come Effigie.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Se si potesse essere Hemingway e Tolstoj a tempo… non sarebbe magico? Se si potesse unire la pienezza descrittiva dei romanzi Ottocenteschi con la nudezza espressiva del realismo americano novecentesco. In effetti, questa è l’asprirazione più grande. Scrivere storie agili ma possenti.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
All’interno del romanzo il protagonista si dichiara un aficionado di Drupi e Toto Cutugno. Per delle ragioni. Poiché il romanzo tratta di italianità versus americanità direi che si potrebbe ascoltare Willie Nelson e Don Williams e Drupi e Cutugno.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Invio un saluto anch’io ai vostri lettori. In “Nelle mani dell’amore” ho cercato di mettere idee e un’etica buona. Mi auguro possa ispirarvi dei buoni pensieri.