Intervista a Giuseppe Cesaro, autore de “Indifesa”
Giuseppe Cesaro è nato il 12 marzo 1961 (“pesci ascendente pesci: disastro totale“, ci dice) sul tavolo della cucina di una casa equidistante da due mari: la “Baia del Silenzio” e la “Baia delle favole”. Forse per questo ama così tanto le parole e fatica a restare attaccato alla realtà. Fa il giornalista, l’editor e il ghost-writer. E – chissà? – un giorno, forse, riuscirà anche a fare lo scrittore.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Indifesa. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“Indifesa” è l’anima di Andrea, un dodicenne che, in una normale mattina di scuola, ha una violenta emorragia e diventa una ragazza. Questa trasformazione, però, non è definitiva e, per il resto della vita, Andrea farà avanti e indietro tra i due ‘generi’, senza sapere mai né quando né perché né quanto durerà la sua nuova ‘condizione’ e cosa gli porterà.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sono nato in una casa piena di libri. Non so dire quando ho cominciato a leggere, ma subito dopo ho cominciato a scrivere. Più di quarant’anni fa. La scrittura è diventata la mia professione a fine anni ’80. Negli ultimi 15 anni ho fatto l’editor e il ghost-writer, pubblicando una trentina di titoli e vincendo anche qualche premio importante: “Indifesa” è il mio primo romanzo firmato da me.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Portavo Andrea dentro di me da anni. Da sempre, forse. Per pensare “Indifesa”, c’è voluta una vita. Per scriverlo, sei mesi: dieci ore di scrittura al giorno, weekend inclusi. Sempre sotto lo ‘sguardo’, severo ma incoraggiante, dei miei autori preferiti. Spero di non averli delusi. Dopo tutto quello che hanno fatto per me, non se lo meritano certo.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Domanda bellissima. Rispondere, però, è davvero impossibile. Sono così tanti gli autori e i libri a cui devo tanto, che non saprei davvero da quale cominciare. E se ne dimenticassi qualcuno? E se si offendesse e dicesse alle parole di non rivolgermi più la parola? Preferisco non rischiare. Spero mi capirete e non me ne vorrete.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Pat Metheny & Charlie Haden: il “Love Theme” di Nuovo Cinema Paradiso, tratto da un bellissimo album che si chiama “Beyond the Missouri Sky” (1997) e “Both Sides Now” di Joni Mitchell, tratto dal suo album omonimo del 2000.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
“Può esistere, in natura, qualcosa contro natura?”, si chiede l’anima di Andrea. Nessuno le risponde. Aiutatela voi. Non lasciatela sola.