Intervista a Emanuele Martinuzzi, autore de “Spiragli”
Emanuele Martinuzzi (Prato, 1981) ha pubblicato diverse raccolte poetiche e ricevuto numerosi premi. Ha partecipato al progetto “Parole di pietra”, che vede scolpita su pietra serena una sua poesia, inserita nella raccolta L’oltre quotidiano – liriche d’amore e affissa in mostra permanente nel territorio della Sambuca Pistoiese. In questa intervista ci parla del suo Spiragli.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Spiragli è una raccolta di 72 poesie liberamente ispirate all’ermetismo Novecentesco e alla poesia orientale, giapponese prevalentemente. Tutte le poesie, terzine sintetiche al confine con l’essere spiragli di luce o di buio, sono come storie cadute da non si sa dove, frammenti, brecce, che ci aprono nel sentimento la possibilità, di sbirciare le proprie emozioni da un non ben precisato altrove.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivo da quando avevo dodici anni. La Poesia è entrata misteriosamente nella mia vita, dopo che avevo scoperto la bellezza e allo stesso tempo il labirinto che può essere ogni singola parola, attraverso le mie esperienze di teatro fin dalla tenera infanzia. Da allora mi ha sempre accompagnato nei momenti sereni come in quelli bui. Non è solo un amore, ma una necessità, un dono, un interrogativo.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
In passato le raccolte che ho scritto avevano sempre avuto tutte una lunga elaborazione, anni in attesa di ispirazione e mesi di labor limae. Questa raccolta nasce dopo un periodo di confusione, di cosiddetto blocco dello scrittore, e come un acquazzone che giunge propizio dopo un periodo di siccità l’ho scritta senza troppi rimaneggiamenti in qualche giorno “matto e disperatissimo” di stesura.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ho letto di tutto di più in poesia. Ogni esperienza vissuta o letteraria è come un seme gettato nel proprio animo. Ho amato molto il simbolismo francese, il surrealismo, le avanguardie, tanti autori stranieri ma anche italiani, Campana, Luzi, Ungaretti. Questo libro somiglia in un certo senso ad Allegria di naufragi. Un naufrago che ritrova l’allegria di creare.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Pianology di Ketil Bjornstad.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Mi raccomando cercate sempre la Poesia in ogni attimo della vostra vita, più che nei libri, in ogni emozione positiva o negativa, che sia capace di aprirvi nuovi orizzonti, di darvi nuova forza per conoscersi. E poi che dire… Ciao!