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Il Mandala del Baku | Marco Melis

La trama

Andrea Reju è un poliziotto della scientifica. Durante l’analisi di una scena del crimine comprende improvvisamente che qualcosa al di là della materia vuole comunicare con lui. Inizia un percorso di risveglio interiore che lo porterà a viaggiare in cerca di risposte. Copertina Il Mandala del Baku di Marco Melis L’esoterica Torino, la misteriosa Milano, i boschi dell’Emilia Romagna e la magica Sardegna saranno gli scenari a sfondo di incredibili incontri con carismatici personaggi. Da un contattista a uno sciamano, da una sensitiva a un rabdomante, queste saranno solo alcune delle figure che condurranno Andrea verso il suo personale mandala del baku.

È questo il fulcro del romanzo di Marco Melis dal titolo Il Mandala del Baku. Un testo intrigante, illuminante, sveglio. Collocabile nel genere narrativa, sottocategoria “corpo, mente e spirito”, l’opera oggetto della nostra presentazione è adatta per tutte le età, anche se l’autore ha rivolto il suo messaggio principalmente ai giovani di oggi, che diventeranno i grandi del futuro e a loro volta avranno dei figli che potranno leggerlo.

Nel mio libro troverete l’impostazione di Ami un amico dalle stelle di Enrique Barrios. Inizialmente potrebbe ricordare un poliziesco stile Commissario Montalbano di Camilleri che si evolve poi in una parte introspettiva del protagonista. Andrea si ritroverà a fare il vagamondo per l’Italia in cerca delle risposte alle sue domande. Alcune di queste verranno trovate e proposte in stile di saggio alla Risveglio di Salvatore Brizzi” ci rivela Marco Melis, facendoci assaporare le atmosfere della sua creazione, tutta da leggere.

Ciò che uno esprime dal suo cuore è oro rispetto all’acciaio della mente.

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L’autore

Marco Melis nasce a Cagliari nel 1983. Vive e lavora in Sardegna con la sua compagna e il loro figlio. I suoi viaggi e l’infinita curiosità per le sfumature dell’animo umano l’hanno portato a produrre questa sua prima opera letteraria in maniera autonoma. Tra i progetti futuri, quello di aprire un sito dedicato a Il Mandala del Baku, nonché un profilo Instagram e, perché no, partecipare a dei concorsi letterari. Intanto, valuta l’ipotesi di un seguito, anche se i tempi sono ancora prematuri.

Il suo amore per la scrittura quando e come nasce? “Ha inizio da bambino tra i banchi delle scuole elementari. Amavo esternare il mio mondo interiore disegnando e scrivendo. Ero affascinato dalle forme e dalla calligrafia. Si evolve però solo da adulto. Sono sempre stato appassionato dell’oltre, di fantascienza e misteri. Anni di ricerche da amatore mi hanno portato ad accumulare una mole d’informazioni tale da sentire il bisogno di crearne un collage. Nasce così la storia di Andrea Reju, il protagonista de Il Mandala del Baku” ci racconta l’autore, che fa riferimento a dei libri che in qualche modo lo hanno influenzato nel suo percorso da lettore e da scrittore: “Cito per primo Ami un amico dalle stelle di Enrique Barrios, un libro che mi è piaciuto tantissimo per la sua leggerezza, semplicità e allo stesso tempo profondità. Mi ha dato le linee guida per l’impostazione del mio libro. Poi il Manuale del guerriero della luce di Paulo Coelho. È un piccolo testo tascabile che per anni ho portato in giro con me. Ogni occasione era buona per sedersi su una panchina, magari coccolato dall’ombra di un grande albero. Sfogliavo a caso una o due pagine del manuale per immergermi nelle dinamiche della mia vita. Ogni volta leggevo il consiglio più giusto per agire nel migliore dei modi creando la mia serenità. Ci sono poi i Wingmakers e il loro portavoce, James Mahu. Wingmakers tradotto letteralmente significa “creatori di ali”. Secondo James loro sono noi in un futuro molto lontano e da quella linea temporale si mettono in comunicazione con l’umanità attuale. Nei suoi siti e comunicati, James dispensa perle di saggezza e linee di condotta che mi hanno letteralmente conquistato. Tante altre sono le letture che mi hanno preso negli anni. Mi piace l’approccio di Salvatore Brizzi e sono stato molto affascinato dalla serie di TELOS di Aurelia L. Jones. Avrete oramai capito che sono molto appassionato di dinamiche interiori e spiritualità” conclude l’autore che potete conoscere ancora meglio nella nostra intervista presente QUI.

Lo stile

Nel suo Il Mandala del Baku, Marco Melis ha cercato di proporre uno stile leggero, scorrevole e per certi versi incalzante, che risulta essere non uguale per tutto il libro, tant’è che comincia in un modo e si evolve in un altro.

L’obiettivo dell’autore è quello di lasciare in chi legge molto più di una storia. Tale approccio ricorda quello di un artista della parola molto apprezzato da Melis, ossia Paulo Coelho, capace di riuscire, attraverso storie fantastiche, a presentare ai lettori temi sull’analisi delle proprie dinamiche interiori in maniera diretta e leggera.  

Cosa ha portato alla scelta del titolo Il Mandala del Baku? Ce lo spiega proprio l’autore: “I mandala sono dei particolari disegni che rappresentano l’universo. I monaci tibetani disegnano i mandala con sabbie colorate e una volta terminati li distruggono con un colpo di mano. Questo a rappresentare l’impermanenza della materia. Il Baku è un animale composito della mitologia cinese, divoratore degli incubi e protettore dei sogni. L’associazione di queste due figure crea un sentiero che il protagonista percorrerà. Cosa c’è di autobiografico in questo romanzo? Parecchio. Tutto condito da scorci e personaggi fantastici che si intrecciano in un’escalation d’incontri. I miei personaggi sono stati ispirati da incontri vissuti nella vita quotidiana nel corso degli ultimi dieci anni. Lo sciamano di Monte Sole ad esempio esiste realmente. I miei viaggi per l’Italia. La passione per le scene del crimine della Polizia scientifica. L’esoterica città di Torino e la magia di una terra millenaria come la Sardegna. Tutto questo mi ha ispirato”.

 

Autore: redazione

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