Intervista a Robert Sanasi, autore de “(cercare un lavoro è) Un lavoro da veri uomini”
Robert Sanasi nasce a Nardò (Lecce) nel 1981. Dopo la maturità classica e la laurea in Scienze della Comunicazione si trasferisce prima a Bologna e poi a Dublino. In Irlanda lavora presso varie multinazionali americane. É vissuto anche in Francia, a Berlino, Bratislava, in Polonia e a Praga. Oltre ai romanzi, scrive poesie e testi di canzoni in inglese e italiano. Ama molto il rock e il cinema.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, (cercare un lavoro è…) Un lavoro da veri uomini. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Un romanzo in seconda persona sulla ricerca di lavoro dall’Italia all’Europa, di città in città, con il protagonista Giacomo “Jack” Torsini, costretto a riemigrare dal ridente Salento in cerca di una nuova occupazione tra i ricordi dissacranti sulle precedenti “Mamme Multinazionali” e i colloqui, gli incontri e le persone che trova sul suo cammino. Un po’ fantozziano, un po’ Santa Maradona.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Mi ha sempre affascinato l’arte in generale. La mia scrittura nasce negli anni dell’università, prima come giornalistica, poi creativa con poesie e una bozza di romanzo. Dopo un lungo break nel quale mi trasferii all’estero, mi rimisi a scrivere “sul serio” circa cinque anni fa con il mio primo vero romanzo “Dublin Calling” e da lì non ho più smesso, componendo altri tre romanzi e tanta poesia.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Immaginate uno scrittore che “deve” lavorare ai primi di agosto nell’ufficio di una grossa multinazionale a Bratislava. Poco da fare e tanta voglia di scrivere. Aprii un foglio Word sul mio pc e iniziai a raccontare le avventure dell’anno precedente al mio arrivo in Slovacchia. In meno di due settimane il nucleo originario del romanzo era già pronto e definito. Poi l’editing venne dopo.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Credo di avere raggiunto una mia “voce” personale e abbastanza riconoscibile per i miei lettori. I miei autori preferiti restano sempre Kerouac e Henry Miller che sicuramente hanno influenzato altri miei lavori ma in questo romanzo, specialmente nell’uso della seconda persona (scelta molto rara ma in tal caso utilissima), m’ispirai a Jay McKnirney e al suo “Le mille luci di New York”.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Spunto interessantissimo, tant’è che inizialmente pensavo di apporre delle canzoni che mi accompagnavano in quel periodo o che avevano dei riferimenti ai luoghi visitati all’inizio di ogni capitolo a mo’ di soundtrack ma poi lasciai perdere. Comunque direi: -Sky and sand di Paul Kalkrebenner -Soul train dei Sud Sound System -Métro c’est trop dei Telephone -Straight to hell dei Clash.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
“L’Italia è una repubblica democratica affondata sul lavoro”. Inizia così il mio nuovo romanzo “Un lavoro da veri uomini”. Venite a conoscere la storia di Jack Torsini e della sua folle ricerca di lavoro. Salite a bordo e godetevi il giro!