Intervista a Giulio Napoleone, autore de “Il segreto di Fontamara”
Giulio Napoleone, nato ad Ortona (Ch) il 31/1/64, é sposato e con un figlio di 10 anni. Consulente finanziario da oltre 20 anni. Disabile da 4 anni. Siloniano. In questa intervista ci parla del suo Il segreto di Fontamara.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
È l’indagine archivistica sul percorso politico e letterario di Silone, che espulso nel 1931 dal Pci, dopo due anni pubblicò in Svizzera il romanzo della rinascita, Fontamara. Perché allora un dattiloscritto, finora inedito, sta negli archivi del Comintern a Mosca? Perché era stato scritto a servizio del comunismo, la prima versione originale, ma da sempre occultata. Un vero romanzo rivoluzionario.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Nel 1991, con una tesi sul socialismo rivoluzionario di Silone, vinsi il Premio Internazionale I.Silone. Ma la vita prese un’altra strada, fino a quando anni fa, per lavoro, andai a Mosca ed approfittai, grazie ai servizi russi, per curiosare nei loro famosi archivi. Conoscendo i trascorsi di Silone, iniziai una ricerca di tre anni, che mi spinse a scrivere di quanto finora occultato sullo scrittore.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Entrai negli inaccessibili archivi dell’Internazionale Comunista nel 2009, per tre anni raccolsi migliaia di documenti inediti, in vecchi saloni arredati come negli anni 30. Nella mia prima visita, l’interprete,vedendo che avevo un permesso dei servizi russi, mi lasciò da solo. Poi una brutta malattia mi interruppe nella stesura, ma fu il vero motore della scrittura e dell’entusiasmo che vi ho profuso.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Non mi considero uno scrittore e quindi non azzardo analogie. Mi sento più un appassionato ricercatore di parole perdute e nascoste nel tempo, la cui scoperta riporta indietro nel tempo e disegna un futuro politico e letterario alternativo. Un’esperienza archivistica al servizio della cultura non strumentalizzata.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Lucio Dalla, “Comunista”.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Se desiderate tuffarvi nella tormenta del Ventennio, nel cuore e nella mente di uno scomodo genio italiano.