Zetafobia | Gualtiero Ferrari
La trama
Zetafobia di Gualtiero Ferrari è un romanzo di genere “horror”, che può essere inserito, più precisamente, nel sottogenere “zombie novel”.
Protagonista della storia narrata è Domenico, un brillante chimico specializzato nella sinterizzazione laser dei metalli che vive, insieme alla bella moglie Lucrezia e al figlio undicenne Sebastiano, in un piccolo borgo sulle colline della provincia Torinese.
L’uomo, affetto da una leggera forma di psicosi, un disturbo allucinatorio che si presenta con le sembianze di un folletto della tradizione Irlandese, si trova a dover fronteggiare un’epidemia d’influenza aviaria che teme possa progredire sino a livello di pandemia, con la conseguente fine della civiltà umana per come la conosciamo.
Quando il virus evolve nella sua versione più letale, capace di tramutare in zombie chiunque sia deceduto a causa dell’infezione, il protagonista trova la salvezza proprio nella sua latente paranoia che, nel corso degli anni, lo ha spinto a compiere scelte di vita eccentriche, portandolo a trasformare la propria abitazione in una fortezza pressoché autosufficiente.
I Governi, impreparati alla crisi, reagiscono troppo tardi, permettendo al virus di dilagare a livello planetario. La società civile collassa, trascinando nel caos uno Stato dietro l’altro. Ignari di quanto accade nel resto del mondo, mantenendo i contatti solo con pochi amici e parenti, i membri della famiglia riescono a creare un angolo di normalità nell’Inferno che è ora la Terra.
Un barlume di speranza arriva sotto forma di un convoglio corazzato. Questo, inviato in città per verificare lo stato del territorio e riprenderne il controllo, stabilisce la propria base operativa in una zona resa sicura da una precedente azione di sabotaggio. Il protagonista tuttavia, scopre che i ponti che avrebbero dovuto essere demoliti per isolare la base dalla massa degli zombie, sono in realtà integri, pertanto la missione di messa in sicurezza è fallita.
“Si dice che in guerra la prima vittima sia la verità; mi chiedo come stia di salute in tempo di pace. Secondo me, se non è morta, è quantomeno in coma”
Attaccati da decine di migliaia di zombie, gli esigui sopravvissuti del contingente militare trovano riparo presso la villa. La fortezza però non sarà immune dagli attacchi dei non morti…
L’autore
Gualtiero Ferrari, all’anagrafe Sergio Ronco, nasce a Torino nel 1970, cresce e vive in questa splendida città, salvo trasferirsi alcuni anni all’estero, per motivi di studio e di lavoro.
Parla fluentemente l’inglese, il francese e quel minimo di tedesco necessario a ordinare del cibo caldo e una birra fresca. Di formazione economico-scientifica, più che umanistica, si è avvicinato alla lettura nel corso dell’adolescenza e si è rifugiato nella scrittura, ormai adulto, durante un difficile periodo personale. Al momento lavora presso un’azienda di meccanica di precisione, Zetafobia è il suo romanzo d’esordio.
Come nasce in lui l’amore per la lettura e per la scrittura? “Mi sono accostato alla letteratura grazie ai racconti di E.A. POE, appassionandomi alla lettura sin da giovane. Crescendo ho apprezzato il genere fantasy di cui ho letto molto. Il signore degli Anelli di Tolkien, Shannara di Tierry Brooks e altri ancora. Questa inclinazione mi ha avvicinato ai giochi di ruolo, quali il celeberrimo Dungeons and Dragon, cui mi sono dedicato per anni. E proprio grazie a questo genere di giochi ho iniziato a scrivere di mondi fantastici e creature mitologiche. All’inizio è stato funzionale al divertirsi con gli amici, in seguito è diventato una passione – ci racconta Ferrari e aggiunge – come ogni scrittore, sono anche un lettore accanito. Al pari di molti colleghi lettori tendo a concentrarmi in un genere, o sottogenere, specifico per periodi più o meno lunghi. Qualche anno fa iniziai a leggere tutto ciò che era di genere horror, nello specifico zombie. Terminati i romanzi più blasonati mi sono immerso nella lettura di autori poco famosi, se non addirittura sconosciuti o esordienti. Trovai moltissime opere di qualità, anche vere e proprie perle, in mezzo a un mare di mediocrità e numerosi scritti pessimi, a dir poco. L’idea nacque in quel momento, al termine dell’ennesimo pessimo finale. Pensavo di poter scrivere meglio di alcuni degli autori dei quali mi ero fidato. Così, quasi per gioco, iniziai a scrivere il prologo di Zetafobia”.
Per il nostro autore non mancano di certo i progetti futuri, dal momento che, considerato il successo del romanzo, ha deciso di rispolverare gli appunti e ha iniziato la stesura del secondo libro della saga, seguendo l’idea di partenza inerente la creazione di una trilogia.
Lo stile
“Non sono in grado di definirmi, io scrivo e basta, però chi ha letto la prima stesura del romanzo ha paragonato il mio stile a Pennac. Lungi da me voler anche solo accostare il mio nome a quello di un Gigante della letteratura, però credo che nell’utilizzo delle frasi corte un po’, in effetti, io gli assomigli” ci rivela Gualtiero Ferrari.
Il suo Zetafobia ha ricevuto non pochi elogi, nonché pareri positivi, tra cui un complimento, estrapolato da una recensione presente su Amazon, a cui l’autore è molto affezionato in quanto evidenzia che il romanzo in questione sia stato scritto davvero bene. Inoltre, nel 2016 si è classificato terzo alla VI edizione del Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. organizzato da Giovane Holden Edizioni e nel 2017 è risultato tra i romanzi finalisti del Premio Letterario Odissea VIII edizione, organizzato da Delos Books.
Ma cosa ha ispirato maggiormente Ferrari nella stesura nel testo oggetto della nostra presentazione? Di autobiografico c’è poco, se non i luoghi in cui la vicenda è ambientata. Però i personaggi hanno avuto un ruolo importantissimo sul fronte ‘ispirazione’, come sottolinea lo stesso autore: “Quando ho iniziato la prima stesura avevo un’idea diversa sia in termini di trama che di ambientazione. Ho buttato giù i primi due capitoli e ho sentito che non erano miei, perciò li ho cestinati. Quindi mi sono posto una domanda. Ma se succedesse davvero? Un’apocalisse zombie, nella vita reale, come impatterebbe sulle vite della famiglia media italiana. Con questo in mente ho abbozzato i personaggi e li ho lasciati agire come immaginavo avrebbero fatto. Il romanzo è nato così!”
Zetafobia trascina il lettore nel mezzo di un’apocalisse zombie pur rimanendo al sicuro, comodamente seduto in poltrona. Questo romanzo si rivolge principalmente agli amanti del genere horror, o a chi vi si vuole accostare per la prima volta a esso.
“Con l’esclusione di alcuni passaggi forti potrebbe essere letto anche da un adolescente ma dovrebbe apprezzare il genere. Se si cerca una storia d’amore, beh no, non è il libro giusto” conclude Ferrari.
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