Intervista ad Anna Ferrari, autrice de “Commenti a margine”
Anna Ferrari, milanese, legnanese di adozione. Ama fare il suo mestiere d’insegnante quasi quanto ama scrivere. Vive in un posto tranquillo con il suo cane Hazel, la Gatta Tilly, i suoi cactus, Fausto suo marito. Chiacchiera spesso con suo figlio. Adorato. In questa intervista ci parla del suo Commenti a margine.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Si tratta di un libro che parla di libri. Nel corso delle mie letture mi è piaciuto mettere per iscritto pensieri, idee, sensazioni e così sono nate delle recensioni sui generis, più dei commenti dove ho cercato di cogliere l’anima di ciascun autore. Ci sono i miei amati da sempre: A.S.Byatt, Jane Austen, Paul Auster, Nicola Lagioia tra gli altri. Si può leggere anche come consigli di lettura.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivo da quando ho imparato a farlo. Voglio raccontare un aneddoto: ero in terza elementare e quello era giorno di tema, potevamo usare tre ore. Dopo non so quanto tempo la maestra mi dà un buffetto sulla spalla mentre scrivevo concentrata: “Anna, è finito il tempo, devi consegnare”. Era la storia di un lungo e avventuroso viaggio e io avevo perso la cognizione del tempo. Ieri come oggi.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Non saprei, è nato a più riprese. Con me sulla scrivania c’erano molti libri e il quaderno per le cose da ricordare. Scrivo sempre a mano la prima stesura (stilografica e quaderni a righe), battere il testo a macchina mi serve come un primo editing. Inoltre colleziono matite e segnalibri degli eventi che seguo, e anche loro erano lì. Immancabile è Tilly, la gatta, che se la dorme nella sua cuccia.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Non c’è alcun dubbio: il mio modello è Antonia Byatt, sia come narratrice sia come saggista. L’autrice di Possession sa creare personaggi vivi, talmente reali che uno ha la tentazione di cercarli su Wikipedia. Come saggista ha pochi eguali: scrittura semplice, pensieri profondi.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Qualcosa di rilassante, non prevaricante. Musica classica, le parole secondo me distraggono. Mozart, oppure Mission di Morricone.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Leggere ci permette di essere vicini, ma non troppo, come dei bravi porcospini schopenhauriani. Rispettiamo reciprocamente gli aculei, ma ci avviciniamo per sentire calore.