Intervista ad Alfredo Francesco Caiazzo, autore de “Il Fiore della vita”
Alfredo Francesco Caiazzo nasce a Battipaglia (Sa) il 14/05/1983, consegue la maturità classica e poi la laurea in giurisprudenza presso la Statale di Milano. Ha vissuto per esigenze familiari e di studio nelle città di Battipaglia, Aurisina, Assisi, Perugia, Milano, Roma, Napoli, Torchiara ed attualmente vive a Foligno. Ha trascorso, inoltre, brevi periodi negli Stati Uniti, Istanbul e Londra.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il fiore della vita nasce come diario e, proseguendo nella lettura, si trasforma nel genere letterario del romanzo. Questa mutazione del genere ricalca la natura stessa del libro, che nasce come lavoro introspettivo dello scrittore sotto forma di flashback per poi mutare in una proiezione autentica di sé stesso in qualcosa di diverso nella vita, nella bellezza del sorprendente quotidiano.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Potrebbe sembrare la solita frase fatta ma, credetemi, nasce quasi involontariamente, l’anno scorso, nel gennaio 2017, quando ho deciso di iniziare a scrivere per me stesso, per esorcizzare in qualche modo il mio passato e vivere, così, un presente da uomo libero. Non avevo idea che scrivere mi facesse stare così bene e che questo benessere fosse poi contagioso per i lettori.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho impiegato circa 45 giorni, dal 7 gennaio fino a pochi giorni dopo San Valentino, immerso nella mia casa materna, nel Cilento, a pochi passi dal mare, vicino le antiche rovine di Paestum, in un locale interamente rivestito di pietra, in compagnia di due pesci rossi. Per una serie di mie vicissitudini personali e per le tempistiche della casa editrice, il libro ha visto la luce soltanto nel maggio.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Non riesco a rileggermi e tantomeno a definirmi. Spero di avere uno stile originale, identificativo della mia personalità. Certo, se proprio dovessi dare 3 nomi su tutti, a cui aspirare, direi Verga per la sua visione dell’esistenza, D’Annunzio per le minuziose descrizioni estetiche e Valerio Massimo Manfredi per la descrizione del contesto storico.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Ne suggerirei almeno due: per la seconda parte The One di Elthon John mentre per la prima Innuendo dei Queen.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
La bellezza di essere rinati a vita nuova, può essere soltanto vissuta personalmente o vista riflessa in sé stessi, tra le righe di un libro, nella certezza che tutti siamo stati creati per esser felici, basta saper cogliere il prossimo fiore della vita.