Intervista ad Alessandra Pecman Bertok, autrice de “Cercando Ale”
Principalmente Alessandra Pecman Bertok scrive poesie: due libri pubblicati, altri aspettano nel cassetto e piccole prose ancora inedite. Qualche volta prende in mano i colori e prova a sfogare la sua fantasia e creatività attraverso la pittura e in qualsiasi altro modo assecondando l’estro del momento. Le piace lavorare all’uncinetto, tecnica che le permette di realizza tantissimi oggetti diversi.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“Cercando Ale” contiene una cinquantina di poesie che raccontano un viaggio interiore. Si inizia con una serie di versi in cui descrivo i motivi della “partenza” verso un luogo che mi porterà a conoscere gli attacchi di panico, quindi un procedere nel problema e un “arrivo” in cui con nuova consapevolezza ritrovo, anzi conquisto, una nuova vita uscendo vittoriosa dal problema.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
A scuola mi piaceva scrivere i temi. La poesia è entrata in me molto dopo quando forse inconsapevolmente stavo iniziando un nuovo percorso spirituale e di trasformazione. Scrivo anche prose, ma la poesia resta la forma più immediata, veloce ed essenziale che ho per raccontare qualsiasi cosa e momento di vita.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Alcune poesie le avevo già scritte in precedenza, soprattutto quelle verso la fine del libro, le altre sono nate dopo essermi confrontata con questo “grande fantasma”, nome con cui ero solita chiamare questo mio problema degli attacchi di panico. Alla fine ho avuto io la meglio e da quel momento buio è nato Cercando Ale un bel libro luminoso e di speranza.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Più che da un autore, sono rimasta affascinata tanti anni fa, ricordi scolastici, da una corrente: l’ermetismo. Nel mio libro le poesie sono ermetiche più nei contenuti e nelle allusioni che nella forma.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
La colonna sonora de Lo squalo per la prima parte, poi passerei a The final countdown degli Europe, per concludere con We are the campions dei Queen. Infondo il mio è un animo rock.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Insieme al mio grande fantasma dal buio alla luce, dalla paura alla rinascita.