Intervista a Fabio Bacile, autore de “7 pagine bianche “
Fabio Bacile, dottore in Odontoiatria, è autore di diversi testi volti alla ricerca interiore e alla risposta complessa alla semplice domanda: “cosa è la Bellezza?“. Ha restaurato un frantoio ipogeo per farne un luogo di cultura. Potete leggere a riguardo sulla pagina Facebook Ipogeo Bacile. In questa intervista ci parla del suo 7 pagine bianche.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Le pagine sono bianche perché la trama non c’è, o meglio la trama conta molto poco. Nulla viene descritto e nulla viene raccontato perché ho cercato di scrivere un romanzo astratto: un testo in cui i pensieri possano portare il lettore a creare un suo racconto e una sua atmosfera. Proprio come in un dipinto astratto ho cercato di rendere visibile ciò che è solo percepibile attraverso un dialogo.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho iniziato a scrivere circa venti anni fa. Tutto è nato da una circostanza noiosa: mi era stata affidata una tesi di laurea su un argomento sterile, sul quale c’era davvero poco da dire. Annoiato dallo scrivere per costrizione ho iniziato a scrivere per liberazione. Ancora oggi evidentemente ho bisogno di liberarmi.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Circa due anni. Nei primi due mesi ho scritto un libro di circa 300 pagine che raccontava una storia d’amore tra una prostituta e un suo cliente, era ambientato a Venezia. Rileggendolo mi è sembrato un libro adatto ad una collana rosa di terz’ordine. Così ho iniziato a tagliare e a rielaborare quel testo lasciando solo ciò che secondo me aveva senso.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Difficile paragonarsi ai giganti, ci si sente nani. Vorrei solo che i miei libri possano rispondere ai dettami di uno scritto leggibile nei quattro modi descritti da Dante nel Convivio.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
L’adagio per clarinetto di Mozart.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Santa Caterina diceva che se diventeremo ciò che siamo metteremo fuoco. Così vorrei che i miei libri mettano fuoco al lettore.