Intervista a Damiano Gallinaro, autore de “L’Uomo di Selo e altre Solitudini Balcaniche”
Damiano Gallinaro nasce a Formia (LT) nel 1971, ma da sempre vive tra Gaeta, Roma e il Mondo. Nel 1989 vince il primo premio Adista-Dossier Sezione Poesia con il componimento “Storie di Guerra”, il suo primo lavoro sui Balcani. Ha pubblicato per “Il mio libro” il racconto “l’Isola di Brumalia” (2014). Nel dicembre del 2016 vince il primo premio “Affabula. L’arte di raccontare storie”. In questa intervista ci parla del suo L’Uomo di Selo e altre Solitudini Balcaniche.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il libro raccoglie alcuni racconti che coprono un arco temporale di quasi venti anni. Il racconto che apre la raccolta “L’Uomo di Selo” ha vinto il Primo Premio nella categoria Racconto Breve nell’ambito del Premio Letterario “Affabula”. L’Est Europa e principalmente i Balcani sono il motivo comune di gran parte dei racconti.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho sempre scritto fin da bambino, nella scrittura ho sempre trovato il modo per esprimere me stesso e far conoscere il mio mondo. Nel tempo grazie ai viaggi e agli studi antropologici gran parte della mia produzione è stata ambientata nei paesi che ho avuto la fortuna di visitare.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Essendo una raccolta di racconti, rappresenta l’evoluzione della mia scrittura e dei temi. In generale scrivo soprattutto viaggiando e quindi su treni, aerei, navi, difficilmente a casa o quando sono in pieno relax.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Non so dire a quali autori sento di somigliare. Di sicuro prendo molto ispirazione dagli sceneggiatori di fumetti come Neil Gaiman, J.M. De Matteis, Warren Ellis, scrittori capaci in poche vignette di trasmettere emozioni e suspence. Quando scrivo immagino la storia come un film.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Direi le canzoni dei Pearl Jam. Uno dei racconti “Liberami” è liberamente ispirato dalla canzone Release proprio dei Pearl Jam, anzi ne è consigliato l’ascolto durante la lettura del racconto. Se poi ci spostiamo in Italia, direi gli Afterhours.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Cari amici spero vogliate viaggiare con me nei luoghi dell’Uomo di Selo, alla scoperta dell’animo balcanico e non solo. Buona lettura.