Intervista a Sara Lotta, autrice de “Quasi felice”
Sara Lotta, classe ’86, vive e lavora a Napoli. Speaker radiofonica, insegnante di danza aerea, animatrice sociale. Si è laureata prima in Lettere Moderne e poi in Lingue e Comunicazione. Scrive per alcune testate giornalistiche di arte e teatro. Adora le lettere, Quasi felice è il suo primo libro.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“Quasi felice” è il mio primo libro. Si tratta di una raccolta di scritti (lettere, ma anche telegrammi, cartoline) che i protagonisti scrivono senza mai avere il coraggio di inviare e/o leggere. E’ un racconto sull’incomunicabilità che si insidia nelle relazioni umane, su come sia difficile mostrare la propria vera natura soprattutto alle persone a noi più care.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Lavoro da sempre con le parole. Sono una speaker radiofonica, ma anche una recensionista da anni di teatro, cinema e musica. Ho sempre scritto nella mia vita e ho visto negli anni maturare il mio approccio alla scrittura sino a diventare chiaro e riconoscibile. L’amore per la scrittura è per me molto intimo e viscerale; scrivo di pancia.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho cominciato a scriverlo a Napoli nel gennaio 2017, poche pagine scritte a penna in attesa che la metro arrivasse. Ho abbandonato per qualche mese per mancanza di tempo, più che abbandonato ho di tanto in tanto scritto frasi, annotato pensieri. Nell’estate del 2017 ho trascorso tre settimane ad Agropoli; mi piace spesso dire che “Quasi felice” sia nato nelle acque di Agropoli in giornate felici.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
“Lettere a Milena” di Kafka sono state uno spunto interessante. Così come senza dubbio è la raccolta di lettere che ha legato Alberto Moravia a Elsa Morante: “Quando verrai sarò quasi felice”. Sono loro i principali punti di riferimento oltre anche a John Berger “DA A A X.”.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
“Layla” di Eric Clapton, canzone citata nel libro.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
“Quasi felice” è un tentativo di essere proprio felice, un viaggio di liberazione alla scoperta delle parole e dei sentimenti finalmente detti.