Intervista a Roberto Cocchis, autore de “A qualunque costo”
Roberto Cocchis, nato a Bari nel 1964, studia a Napoli fino alla laurea. Diversi lavori precari, poi addetto stampa di un ente locale a Varese e doganiere a Genova, oggi insegnante di ruolo nelle scuole superiori, residente nel Casertano. Autore di molti articoli e brevi saggi usciti su “MilanoNera”, “Cronache Letterarie” e “Vanilla Magazine”, oltre che del blog “L’angolo giallo”. Due libri di narrativa pubblicati. In questa intervista ci parla di A qualunque costo.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Un giovane napoletano, privo di prospettive, si vede offrire un buon impiego da un parente che vive in Lombardia: ma, sin dall’arrivo, si rende conto che il parente gli nasconde qualcosa. Mentre cerca di scoprire la verità, la situazione si complica fino a metterlo in pericolo di vita. Si tratta di un thriller minimalista come ambientazione e stile, al centro del quale c’è il tema delle ecomafie.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Nasce innanzitutto dalle storie che i miei nonni mi raccontavano da bambino, per tenermi buono o per addormentarmi, e dai tantissimi libri (credo sui 4000 circa) che ho letto, grazie anche alla fortuna che ho avuto a nascere figlio di due lettori. A un certo punto, inevitabilmente, la voglia di raccontare storie è venuta anche a me.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Questo libro è nato in 2 momenti distinti. Nel 1996-97, trovandomi da solo in Lombardia e poi in Liguria per motivi di lavoro, lo scrissi per riempire il tempo libero, dato che il maltempo e la scarsità di soldi non mi lasciavano molte possibilità di fare altro. Non ne fui del tutto soddisfatto ma lo conservai. Nel 2015 lo sottoposi a una drastica revisione e cominciai a proporlo agli editori.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Avendo letto molto, devo essere stato per forza influenzato da molti autori. Sicuramente da Giorgio Scerbanenco, specie nell’ambientazione nella provincia lombarda; ma anche da James Barlow nella caratterizzazione dei personaggi. Il libro che credo mi abbia ispirato di più è però “La casa buia” di Day Keene: volevo inventare una trama non identica a quella ma del suo stesso genere.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Mentre lo scrivevo, ascoltavo molto una cassetta dei successi di Burt Bacharach, ma mi sembra una musica troppo brillante e ottimista per una storia tutto sommato un po’ cupa. Direi che un buon noir si giovi sempre e comunque di una colonna sonora jazz: ci vedo bene una compilation di successi di Gerry Mulligan.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Non mi ritengo un autore da Nobel, ma sono sicuro d’essere un onesto artigiano della narrativa, capace di non annoiare o deludere i lettori.