Intervista a Patrizia Perotti, autrice de “Voglio te”
Patrizia Perotti è nata a Modica, dove vive. Sin da giovanissima ha approfondito gli studi sui rapporti di coppia, sulle relazioni umane, sulle famiglie. Musicoterapista e Artiterapista, ha lavorato per anni per la posta del cuore di un noto quindicinale regionale. È stata vincitrice del premio nazionale 1994 di scrittura, con “Cercando l’orizzonte”. È molto seguita su Facebook e sul suo sito web. In questa intervista ci parla del suo Voglio te.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
È un racconto ambientato in Sicilia, tra gli anni ’80 e ’90. Affronta con delicatezza temi attualissimi, quali il rapporto genitori-figli, la differenza di età in amore, la ricerca di se stessi e di un amore che ci completi. È un racconto che definirei ricco di input, che dà risposte alle tante domande che ci poniamo durante il nostro cammino di vita.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho iniziato a prendere la penna in mano a 4 anni, e non appena a 5 anni ho imparato a scrivere, ho cominciato subito a scrivere poesie, seduta a terra, sul balcone di casa, guardando tramonti o albe. Come anche in riva al mare, o sotto la pioggia. Guardavo, mi si riempiva il cuore, e scrivevo. Entravo in uno stato strano, quasi in trance. In quei momenti accadeva qualcosa di magico.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
In realtà questo racconto lo avevo scritto circa 18 anni fa come una sorta di bozza, poi relegata nel cassetto. Stavo per scrivere un romanzo lo scorso anno, che pensavo sarebbe stato quello che avrei pubblicato. In realtà Voglio te continuava a cascarmi tra le mani. Credo molto nei “segnali”, e l’ho ripreso, cambiato, ampliato. Ed è rinato nuovo.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ammiro moltissimo lo stile di Nicholas Sparcks. Mi colpisce sempre la sua estrema sensibilità, e il suo modo semplice di esprimere sentimenti ed emozioni. Non è facile saperlo fare.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Sul mio libro in realtà sono citati dei brani musicali che si adattano perfettamente al racconto. Essendo musicoterapista e grande amante della musica, non potevo non includerla nel mio racconto, che ho scritto visualizzando ogni dettaglio, come un film. Sicuramente il brano “chiave” è “How can I supposed” di Michael Bolton.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
“Voglio te” è piaciuto perché è per tutti. Per chi crede nell’amore, e per chi non ci crede più. Per chi cerca risposte. Per chi cerca una lettura leggera ma densa di significato. Per chi desidera regalare un giglio delicato in lettura.