Intervista a Marinella Cimarelli, autrice de “Jesi: quattro rime per quattro stagioni”
Marinella Cimarelli nasce a Jesi nel 1954, nelle Marche ove risiede. E’ la seconda di quattro figli, nel ’72 consegue il diploma di insegnante Elementare e nel ’75 la specializzazione di Assistente Sociale. Nel 2001 consegue a Trieste la Laurea in Servizio Sociale, attualmente è in pensione. In questa intervista ci parla del suo Jesi: quattro rime per quattro stagioni.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il libro è una raccolta di poesie in lingua italiana. In esso si parla di un risveglio di sentimenti ed emozioni; è un tripudio di sensazioni che trascinano il lettore nell’affascinante scoperta del quotidiano vivere, fatto e costruito a misura d’uomo con tutte le sue debolezze ed i suoi sogni….
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Iniziai a scrivere nell’anno 2011, a seguito del gravissimo incidente delle due Torri di New York. Volli esorcizzare la paura degli attentati scrivendo poesie ironiche nel dialetto della mia città; alla prima raccolta di poesie dal titolo “L’INDISCIPLINATA” poi seguirono altri scritti, per lo più a carattere umoristico e in vernacolo.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
In questo libro c’è tutta la mia città, la bella Jesi, in provincia di Ancona. In esso sono impresse memorie, dolcezze, gioie e dolori ma soprattutto un amore inesauribile per la città e la sua gente.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ad un Trilussa per la comicità, e per restare in patria nostra al grandissimo Martin Calandra di Jesi.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
La vita è bella di Noa.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Gentili lettori, vi auguro di trascorrere momenti allegri ed altri di riflessione scorrendo le mie righe. In me resta il sapore dell’infanzia con tutta la sua tenerezza, sempre con uno sguardo volto ad un futuro pieno di ottimismo.