Intervista a Maria Teresa Pirillo, autrice de “Teresa & gli altri”
Maria Teresa Pirillo, calabrese di origine, vive prima in Puglia, poi in Friuli da 43 anni. Appassionata da sempre d’Arte, segue prima corsi di acquerellista e poi di ritrattistica, con grandi Maestri. Molte le esposizioni. Da cinque anni sperimenta la pittura col vino e i suoi “Uvaggi d’Arte” la portano fino in America. Riceve premi di Narrativa e, nel 2017, pubblica il suo primo libro di poesie, Teresa & gli altri.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“Teresa & gli altri” è il mio primo libro di poesie, volutamente autoprodotto, per costi, libertà di tematiche, di scelta di titolo e di illustrazioni. Le immagini di copertina e all’interno del libro sono ricavate da miei dipinti, alcuni dei quali realizzati col vino, tecnica che da cinque anni sperimento. Teresa e gli altri perché parlo di me, ma anche del contesto sociale in cui vivo.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho iniziato come curatrice linguistica e come scrittrice di narrativa, partecipando a concorsi regionali e nazionali, sempre premiata. Mi sono avvicinata alla poesia dopo aver seguito, quale insegnante, un corso. Ho iniziato ad accompagnare alcuni miei dipinti a dei versi, ma ho poi scoperto che poetare mi veniva spontaneo, di pancia, che mi permetteva di liberarmi dalle mie emozioni più forti.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Queste poesie le ho scelte tra le tante scritte in un due anni. Scrivo, in genere, di notte, quando resto finalmente sola con me stessa. O quando un episodio a cui ho assistito, un fatto sociale, un mio malessere mi incide l’anima, mi rompe un equilibrio. Quando, finite, le leggo, so di stare finalmente bene. Averle postate su Facebook, mi ha fatto capire quanto arrivino anche agli altri.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Mi basta lasciarmi andare, e le parole coprono righe, o fogli, senza alcuna attenzione a seguire una metrica, uno stile. Come detto prima, scrivo di pancia. Se dovessi riconoscermi in uno stile, direi che il mio è un modo personale di rappare, con spruzzi di filosofia Zen.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Questo è ciò che faccio, ogni volta che presento il mio libro. Che sia un Auditorium comunale, o un Teatro, o un Caffè letterario, condivido la serata con musicisti blues o di jazz. Ci si alterna, seguendo temi comuni, ma c’è anche sempre una tastiera o una chitarra ad accompagnare le mie parole.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Cari lettori, salve. Dicono che non si legga più poesia, e forse è vero. Ma mi basterebbe che una infinitesima parte di voi, leggendomi, ricominciasse a sognare ed avrei la certezza che una infinitesima parte di mondo tornerebbe ad amare la vita.