Intervista a Grazia Rolando, autrice de “Oltre il ritorno – Cara Ale”
Grazia Rolando insegna a Tortona presso il Liceo delle Scienze Applicate. Scrive da sempre, ma solo a 50 anni ha trovato il coraggio di pubblicare il suo primo libro. È sposata ed ha un figlio adolescente. Fa solo quello in cui crede, perché è convinta che solo la passione possa dare senso alla vita.
Parliamo subito del tuo libro Oltre il ritorno – Cara Ale. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il volume comprende due romanzi brevi o racconti lunghi. Il primo “Oltre Il Ritorno ” racconta la storia di Pietro, un uomo sulla quarantina che entra in crisi dopo aver subito un grave lutto. Tuttavia quella perdita sarà per lui l’occasione per scoprire una nuova dimensione. “Cara Ale” racconta la vicenda di Giulia, un’adolescente irrequieta che entra nel vortice della schizofrenia.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
L’amore per la scrittura credo che sia innato in me. Sono affascinata dal potere creativo della scrittura. Amo dar vita a storie e personaggi. Mi immergo in loro e vivo delle loro emozioni!! Non c’è niente di più significativo per me!! Niente di più BELLO! E quando arrivo all’epilogo, prendo congedo da loro come da un amico caro.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
La prima storia è ambientata nei luoghi dove vivo. Sono paesaggi collinari di una bellezza antica. Tutto è iniziato da un incontro “magico” con persone speciali che sembrano appartenere ad epoche lontane. Ho voluto ricostruire quel mondo e la sensazione di “sospensione” che mi ha regalato. La seconda storia è ambientata a Torino, ma la città rimane sullo sfondo perché la vicenda è introspettiva.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Io adoro Cesare Pavese, l’amore per le sue colline, la nostalgia profonda di un paradiso perduto o mai conquistato. Metto una cura particolare nella scelta della lingua e dello stile, perché penso che la forma sia il veicolo delle nostre emozioni. La prosa lirica di Pavese o di Buzzati mi incantano sempre.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Sicuramente Bach: l’Adagio o l’opera in G minore.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Credo che in fondo ad ogni storia che ci appassiona ritroviamo un pezzo della nostra anima. Suscitare emozioni è la missione vera di ogni scrittore. Per me, almeno, lo è. Seguitemi ed entrerete in un dondolio onirico appassionante.