Intervista a Giusy Milone, autrice de “La Bottega di Ede”
Giusy Milone è nata a Catania nel 1972. Ha esordito nel 2005 con il saggio “L’ultimo walzer di Strauss”, edito da A & B Editrice. Dal 2014 è vice presidente della onlus vEyes (virtual Eyes) all’interno della quale coordina le attività sociali. In questa intervista ci parla del suo La bottega di Ede.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il libro affronta varie tematiche: la genitorialità, la violenza sulle donne, la disabilità. La ricerca storica di un uomo che cerca le sue origini. La madre biologica ha subito violenza, da questa violenza è nato lui: Francesco. Il punto di domanda è questo: la violenza genera violenza? Questo libro offre uno spunto positivo sul quale riflettere, in riferimento ai temi sopra citati.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Io ho sempre amato leggere. Sin da piccola, come Maria, una delle protagoniste del mio libro, camminavo con un libro in mano e un taccuino sul quale annotare ogni frase, ogni parola. Scrivere mi ha aiutata a superare le barriere insormontabili della mia vita.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ricordo ancora il giorno in cui ho iniziato a pensare a questo libro. Passavo da una stradina e ho letto un’insegna: La bottega di Ede. Ede, quel nome spaziava nella mia testa, avevo affidato a lei la mia immaginazione. Ho pensato di entrare in quella bottega, ricca di ciarpami, libri, aromi, spezie. Ho respirato la magia di quel luogo, e mi sono immersa nella scrittura.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Appunto, ognuno nella scrittura trova il proprio modo di esprimersi. Ho letto tanti autori nella mia vita e forse ho preso da ognuno gli aspetti peculiari. Amo i classici, il mio autore preferito del passato è Dostoevskij. Non ho un autore preferito nel presente, amo leggere ogni genere di libro. Il mio stile è introspettivo, descrittivo, forse come autori contemporanei si avvicina a D’Avenia.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Forse una sinfonia. Una suite di Bach.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo. Virginia Woolf