Intervista a Gianni Accamo, autore de “Mio figlio è cresciuto e vuole parlare con papà, mo che cavolo gli dico?”
Nato a Torino nel ’71, Gianni Accamo ad un certo punto decide di viaggiare, imparare nuove lingue e vedere posti nuovi salvo poi riscoprire quanto è bello il suo paese. In un momento di follia decide di scrivere per vedere se ne è capace. Nasce così l’idea di creare questa raccolta di episodi.
Parliamo subito del tuo libro Mio figlio è cresciuto e vuole parlare con papà, mo che cavolo gli dico?. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
È il riassunto di alcuni aneddoti veramente accaduti tra me, mio padre e mio figlio, più che altro è una serie di scenari che un padre si immagina di dover affrontare durante la crescita del pargolo. Ad esempio noi genitori ci immaginiamo di dover affrontare il tema del sesso, prima o poi oppure vorremmo dare consigli pratici che però i nostri figli non ci chiederanno mai.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho sempre trovato affascinante leggere un bel libro, io viaggio tanto e sono curioso, così leggo di tutto in varie lingue. Mi piacciono la storia, le avventure, il fantasy e le storie vere. Poi leggo moltissimi libri divertenti e svariati fumetti.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Durante un periodo difficile mi sono ritrovato a pensare alle cose che volevo fare e dire a mio figlio e non ci sono riuscito, così ho messo insieme queste pagine, ci ho messo tre mesi.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Mi piace la Littizzetto ma anche molti altri autori, però per questo libricino divertente è lei la mia scelta.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Propio non saprei, la colonna sonora di uno sketch di Benny Hill ?
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Ciao a tutti i lettori, sono un papà separato un po’ mattacchione e ho deciso che mancava una lettura così poco seria nel panorama letterario dedicato al tema padri figli, tutto pieno di saggi, psicologia e manuali. Era ora di riderci su un po’.