Intervista a Donatella Appoloni, autrice de “Respiro da sola”
Donatella Appoloni nasce e vive a Milano, poi si trasferisce nella verde e tranquilla Brianza, con il marito e due figli. Si laurea in Filosofia, con una tesi in antropologia culturale. Insegna al liceo e poi nella scuola media, dove è responsabile d’istituto per il disagio, l’intercultura e le attività teatrali. Nel 2011 pubblica “Assenza giustificata” (Zona ed.), nel 2016 “Respiro da sola” (96, rue-de-lafontaine ed.).
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Romanzo di formazione, nel quale Tommaso, il protagonista, trascina con sé, per tutta la vita, il trauma della separazione dei genitori, vivendolo con la paura dell’infanzia, con la rabbia dell’adolescenza, con il tormento dell’età adulta. Diviso quindi in tre parti, narrato in prima persona, ricco di personaggi, di ambientazioni geografiche molto diverse fra loro, è un percorso profondo nell’animo umano.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho insegnato italiano per 36 anni, come non amare la lettura e la scrittura? Il mio primo libro è infatti un’autobiografia delle mie molteplici esperienze nel mondo della scuola, lavoro che ho sempre svolto con passione. Poi mi sono cimentata nel romanzo e la cosa mi ha molto divertita, tant’è che ne ho appena finito un altro, non ancora pubblicato (“Lungo quel ponte”)-
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ci ho messo un anno. La mia scrittura non è metodica e regolare, seguo l’estro, un giorno posso scrivere 20 pagine, un altro giorno una sola. Scrivo nel pomeriggio, ma spesso le idee affiorano quando meno me l’aspetto, in macchina, ad esempio, o a letto: per questo, conoscendomi, mi sono equipaggiata di carta e penna un po’ ovunque, perché le idee vanno fissate immediatamente, altrimenti svaniscono.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Non mi è mai piaciuto pensare che il mio stile o i miei libri richiamino alla mente qualcosa di già scritto. Innanzitutto perché vorrei che si riconoscesse me in quel che scrivo, e non un altro, poi perché aspirare ad assomigliare ai peggiori (e ce ne sono tanti) sarebbe masochistico, ed ai migliori molto presuntuoso.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Sceglierei “Eleanor Rigby” dei Beatles.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Se siete donne, vi ritroverete tutte nella mia protagonista, Caterina. Se siete uomini, leggere il mio libro non potrà che aiutarvi a fare un po’ di luce nel per voi spesso nebuloso mondo femminile. Lo leggerete tutti di un fiato!