Intervista a Daisy Raisi, autrice de “Tutta la vita davanti”
Daisy Raisi ha cominciato a scrivere all’età di otto anni. Di tutto: poesie, piccoli racconti, storie di vario genere. Ha al suo attivo studi umanistici e collaborazioni con giornali, agenzie di informazione, associazioni di categoria, canali web, case editrici. Si occupa di correzione di bozze e di editing. Di recente ha pubblicato tre romanzi brevi: due con Rizzoli e uno con Santelli Edizioni. In questa intervista ci parla del suo Tutta la vita davanti.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“Tutta la vita davanti” narra la storia di due ragazze degli anni Novanta legate da un’amicizia indissolubile: la rossa Sofia, riflessiva e intellettuale, e la mora Martina, estroversa e grintosa. Lo definirei un inno alla vita, imprevedibile ma meravigliosa, che può toglierci molto restituendoci altrettanto, quando meno ce l’aspettiamo.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Nasce durante un’uggiosa giornata di tantissimi anni fa. D’impulso scrissi i miei primi versi dedicati alla pioggia. Poco dopo iniziai a scrivere quello che, con molta serietà, chiamavo “il mio libro”: narrava la storia di una banda di cani randagi. Il mio primo incontro con la scrittura è avvenuto quando avevo solo otto anni. Da lì in poi non mi sono più fermata.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Di preciso non saprei. Qualche mese, non di più. In genere scrivo nel tardo pomeriggio, dopo il lavoro. Mi rinchiudo nella mia stanzetta. Mi siedo davanti allo schermo del computer e dimentico il resto del mondo.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Mi piacerebbe scrivere come Betty Smith in “Un albero cresce a Brooklyn” e, in maniera fluente e semplice, dare vita a storie ricche di umanità.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
“Your Loving Arms” di Billie Ray Martin o “Agnese” di Ivan Graziani, entrambe citate all’interno di questa storia.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Leggete il mio libro, se credete nell’amicizia, nell’amore. Se vi commuovete e vi arrabbiate davanti a fatti di cronaca che parlano di bullismo e di violenza sulle donne, se ne avete le tasche piene di questa crisi e volete guardare avanti.