Intervista a Natalia Lenzi, autrice de “Ho deciso che devi morire”
Nata in Toscana, Natalia Lenzi ha iniziato a scrivere dopo essere diventata mamma. Diplomata all’Istituto Tecnico di Pistoia, ha proseguito gli studi preso la Facoltà di Chimica nell’Ateneo di Firenze, pur senza completare il corso di laurea. Lavoro prima, famiglia dopo, al quarto libro edito, continua ancora a rubare del tempo per scrivere.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Ho deciso che devi morire. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Amo raccontare il passato e il presente. Amo dipingere personaggi che si muovono sia nelle pieghe del tempo che nella quotidianità contemporanea. Questo ultimo libro è infelicemente attuale: dodici storie per le vite di dodici donne. Thriller? Noir? Giallo? Difficile dirlo. Cronaca. Cronaca nera. Questo sì.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
La mia scrittura nasce dalla lettura. Prima di tutto sono una lettrice onnivora. Scrivere mi permette di razionalizzare e affrontare pensieri, paure, dubbi, gioie… la vita. Ogni libro, ogni racconto, è per me una sorta di ‘figlio cartaceo’ partorito a volte con leggerezza, a volte con fatica, a volte con rabbia; sempre con timore.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Circa un anno. Scrivo quando qualcosa mi indigna, mi spaventa, mi incuriosisce, mi sfida. Scrivo in genere la mattina, mentre faccio colazione, su di una scrivania ingombra a tal punto di fogli, appunti, libri di storia, giornali, liste della spesa, penne e matite che, presto o tardi, finirà per ripiegarsi su se stessa!!
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Domanda difficilissima!!! Leggo autori famosi e perfetti sconosciuti allo stesso modo. Adoro E.A.Poe e Sthephen King quanto Ken Follett e Orwell. Amo Pirandello e anche Jane Austen…senza scomodare tantissimi altri grandi autori. Sono inarrivabili per me: ma vorrei poter suscitare solo un briciolo delle emozioni che sono stati in grado di farci provare.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Rock. Una di quelle ballate che solo i rocker sanno scrivere: ruvida e dolce al contempo.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Leggere allena l’anima all’esistenza. Scegliere un racconto, un libro, è un gesto di fiducia assoluta.