Intervista a Massimo Franceschini, autore de “Linee guida per l’attuazione dei Diritti Umani”
Nato a Foligno, residente a Genova, Massimo Franceschini è da sempre interessato alle varie arti, alla condizione umana ed alla spiritualità. “Sfortunatamente” studiò da ragioniere, poi lacunosamente autodidatta, mentre nel tempo apriva dei bar. Oltre ad autoprodursi libri scrive articoli sul suo blog e in altri siti. In questa intervista ci parla del suo Linee guida per l’attuazione dei Diritti Umani.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il libro è il secondo da me pubblicato ed è un saggio: in sostanza, un programma politico basato sui Diritti Umani, un tentativo di elaborare delle linee guida per una loro maggiore attuazione. E’ un work in progress e andrà a far parte di un’opera più completa sui Diritti Umani che sto scrivendo. Per ora è disponibile su Amazon e YouCanPrint.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Non posso esattamente dire come, mi è sempre piaciuto leggere e scrivere, pur studente svogliato ho sempre compensato le mie mancanze con la scrittura, che però non coltivai negli anni successivi al diploma. Iniziai veramente a scrivere alla fine degli anni ’80, alcune riflessioni simil-poetiche “private”. Il primo libro che ho scritto ed autoprodotto era un saggio sulla spiritualità e l’amore.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Circa un anno, part-time. Per la maggior parte in ambiente casalingo, al computer, ma anche ovunque abbia trovato spazio-tempo-ispirazione, anche in luoghi affollati (mi piace scrivere al bar), sullo smartphone.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
In effetti non so se ho un mio stile, non ho molto ragionato in tal senso anche perché negli ultimi anni ho letto prevalentemente saggistica e non credo di avere una grande cultura letteraria… per mancanza di tempo ho letto e scritto molto meno di quanto avrei voluto!
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Nessuna! Mi piace tantissimo leggere e sono appassionatissimo di musica ma quando scrivo lo faccio in silenzio, o in spazi affollati dove non c’è un rumore predominante. La musica per me è “sacra”, penso meriti tutta l’attenzione possibile e credo che oggi se ne faccia un abuso che non aiuta la sua qualità.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Auguro a tutti di poter leggere la cosa giusta, quella di cui ognuno di noi ha bisogno in ogni momento della sua vita. Nel mio piccolo spero che quanto scrivo aiuti a riflettere e a “cambiare”… chi si ferma è perduto!