Intervista a Luigi Maffezzoli, autore de “Brughiera”
Nato a Berna nel dopoguerra, Luigi Maffezzoli a un anno si è trasferito a Milano dove è rimasto per trent’anni. Da allora risiede a Busto Garolfo, nella provincia milanese, restando legato alla città per le sue attività artistiche. Sindacalista per quarant’anni, ora è pensionato. Ha pubblicato poesie, romanzi e racconti. Nel 2015 è uscita la raccolta poetica Non ho navigato i sette mari, dedicata a suo padre.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Brughiera. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
E’ una storia poliziesca ambientata nella parte nord-ovest della provincia di Milano, tra il Naviglio Grande e il Ticino. Viene trovato il corpo di una donna nei pressi del fiume. Indagano il Commissario Spina, prossimo alla pensione, e Barbara, giornalista free-lance. Nel romanzo entrano temi d’attualità: l’immigrazione, la crisi del modello industriale tradizionale, la criminalità organizzata.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivo da sempre, le prime poesie che ho conservato risalgono a quando avevo 18 anni, ed ora ne ho 65. Nel 1999 ho incontrato Renzo Casali, scrittore e grande uomo di teatro. Frequentando il suo laboratorio alla Comuna Baires di Milano ho iniziato a scrivere anche racconti e romanzi. Ho pubblicato una decina di libri di narrativa e di poesia. Brughiera è il mio terzo romanzo.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ci ho messo sei anni, anche se non ci ho lavorato in modo continuativo. L’ambiente e le atmosfere derivano da lunghe passeggiate insieme al mio cane (non a caso anche nel testo due cani hanno un ruolo rilevante). Ho scritto nei ritagli di tempo, il sabato e la domenica e, una buona parte del romanzo, in treno, nel tragitto Milano-Parabiago. Ho dedicato molto tempo alla revisione e alla riscrittura.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Non so se assomiglio a qualche scrittore famoso, naturalmente mi piacerebbe. Qualche nome? Sciascia, Rigoni Stern e i grandi del passato: Dickens, Tolstoj, Dostoevskij, tutti scrittori che nei loro testi mettono al centro l’uomo e l’umano, senza mai trascurare anche i temi sociali e politici.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Nel video di presentazione ho messo come sottofondo il brano: Il n’y pas d’amour heureux di Georges Brassens, nella versione della cantante francese Barbara.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Vi invito a entrare nel mio romanzo e spero che ci vorrete rimanere fino alla fine del libro e che vi lasci un po’ di nostalgia nel momento di uscire.