Intervista a Gilda Eugeni, autrice de “La solita storia”
Commercialista dal 1994, amante della lettura da sempre. Tante pagine scritte, ma solo un romanzo breve pubblicato. Gilda Eugeni, recentemente laureata in Scienze della Comunicazione, a 52 anni sta ancora decidendo cosa fare da grande. Intanto sta scrivendo altro. Forse pubblicherà ancora.
Parliamo subito del libro La solita storia. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il mio libro racconta le storie di alcune donne che sono state amanti di uomini sposati. Donne che hanno dato tanto amore e che hanno ricevuto poco o niente in cambio. La solita storia della donna che crede nelle poche false parole di chi non l’ama perché in fondo non sa amare.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sono cresciuta in una casa piena di libri di tutti i generi; ho sempre letto un po’ di tutto preferendo libri che mi raccontassero una storia. Sin da piccola poi ho ascoltato i racconti della bisnonna, della nonna e della mamma sugli aneddoti di famiglia che fanno parte di me, oramai. Leggere è come mangiare, e scrivere, in alcuni momenti, diventa indispensabile.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Le storie che ho raccontato le avevo tutte in mente da tempo, da anni, un po’ in disordine. Ispirandomi alla storia di una mia zia a cui ho ripensato un pomeriggio, inspiegabilmente ed all’improvviso, ho iniziato a scrivere al computer, in ufficio. Ho scritto per circa due settimane ininterrottamente, di getto, nei momenti liberi. Ed il mio libro era lì. Poi ho fatto le correzioni, le rifiniture.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Scrivo in maniera molto semplice. Se dovessi indicare un’autrice che mi ha fatta crescere, che stimo, la cui scrittura è leggera nel narrare cose estremamente profonde e a volte pesanti, direi Oriana Fallaci, ma non scrivo certo come lei! Il mio libro è una raccolta di storie, che trovano poi solo in ultimo il loro fil rouge, quasi come le fiabe per bambini, con la morale finale.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Minuetto di Mia Martini.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Scrivere non è difficile. Scrivere bei libri penso sia difficilissimo ma al tempo stesso divertente e liberatorio. Non so se sono riuscita a trasmettere emozioni: a voi il giudizio!